Tre imprese su quattro nel mondo hanno adottato politiche di lavoro flessibile, producendo una mini "rivoluzione" sul luogo di lavoro in cui la tecnologia gioca un ruolo primario grazie a connessioni sempre più veloci e alla diffusione di servizi online. L'Italia si colloca fanalino di coda: solo il 31% dei dipendenti fa uso di forme di lavoro flessibile (a fronte del 36% della media globale), ed è davanti solo ad Hong Kong (22%). A scattare la fotografia è la ricerca "Lavoro Flessibile: Amico o Nemico?" condotta da Vodafone su un campione di 8 mila persone fra datori di lavoro e dipendenti di aziende di 10 Paesi, compreso il nostro.
Secondo la ricerca, a livello globale, il 75% delle imprese ha introdotto politiche di lavoro flessibile per consentire ai propri dipendenti di organizzare in modo più autonomo la giornata di lavoro. I dati riferiti all'Italia evidenziano ampi margini di crescita in questo settore. Solo il 31% dei lavoratori afferma di essere a conoscenza di queste politiche e di utilizzarle. Lo smartphone personale è il dispositivo più usato da chi lavora fuori dall'ufficio (58%), seguito dal computer desktop (27%) e dal pc portatile personale (23%). Al 14% degli intervistati viene fornito lo smartphone aziendale (il 18% nel caso del notebook).