"La notizia non è vera, non c'è l'accordo di cui si è scritto. Continuiamo a cooperare con le autorità fiscali": così un portavoce di Google commenta all'ANSA le notizie stampa secondo cui l'azienda di Mountain View avrebbe raggiunto un accordo col fisco italiano per 320 milioni di euro. Smentita anche dal procuratore della Repubblica di Milano, Bruti Liberati: "Allo stato delle attività di controllo non sono state perfezionate intese con la società". In una nota Bruti Liberati conferma che sono in corso indagini fiscali nei confronti del gruppo, all'esito delle quali "saranno tratte le valutazioni conclusive".
Stamani il Corriere della Sera aveva riportato che il gigante californiano avrebbe pagato circa 320 milioni di euro di tasse su 800 milioni che aveva riconosciuto come imponibile prodotto in Italia dal 2008 al 2013. La contestazione nasceva dal fatto che "i profitti della raccolta pubblicitaria nel nostro Paese venivano registrati in Irlanda e a Bermuda". L'intesa, secondo il quotidiano milanese, sarebbe nata dopo una riunione tra penalisti, tributaristi, magistrati e Gdf.
In relazione alla vicenda fiscale che coinvolge Google il procuratore della Repubblica di Milano chiarisce che "sono in corso indagini nei confronti del gruppo Google". Le risultanze degli accertamenti dell'indagine penale, si legge nel comunicato, "sono state trasfuse nell'attività di verifica fiscale in corso della Guardia di Finanza, previo il nulla osta rilasciato dalla procura in data 24 settembre 2014". Successivamente, spiega ancora il procuratore, "nell'ambito dell'attività ispettiva è stato intrapreso il contraddittorio con i rappresentanti del gruppo Google e i relativi consulenti con riguardo alle annualità dal 2008 al 2013".