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Crescono i podcast e i big dell'hitech ci scommettono

Aumenta fruizione dei contenuti, traino da Usa e smart speaker

In una società veloce ed iperconnessa i contenuti viaggiano in streaming e si può scegliere quando e come fruirli, su smartphone e smart speaker, facendo un proprio palinsesto sganciato da quello dei media tradizionali. E presto si potrà comporre una propria playlist, come per la musica. Dopo le canzoni, i film e gli spettacoli televisivi crescono i podcast, i contenuti informativi audio e video che si possono consultare anche in mobilità. E i big dell'hitech, da Facebook a Apple a Spotify, stanno puntando tutti su questo formato. "Il mondo del digital audio oggi in Italia è associato quasi esclusivamente a contenuti musicali.

Gli abbonamenti a servizi di musica in streaming sono cresciuti significativamente negli ultimi anni, +37% lo scorso anno e hanno raccolto in un anno oltre 50 milioni di euro. Nei prossimi anni queste piattaforme di servizi in streaming si riempiranno di contenuti anche non musicali, in particolare podcast. - spiega, all'ANSA, Andrea Lamperti, Direttore Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano - La fruizione di questi formati, infatti, sta registrando una crescita significativa nel mondo, trainata soprattutto dal mercato statunitense e potrebbe impattare in maniera importante sul mercato italiano".

Secondo una ricerca di Nielsen, in Italia si registrano oltre 12 milioni di ascoltatori, +16% sul 2018. E i fruitori di storie da ascoltare sono gli stessi che usano YouTube, Netflix, Prime Video Amazon. I big della tecnologia hanno fiutato l'affare e si stanno sfidando a distanza. Pioniera è Spotify, forte della sua piattaforma di streaming musicale nata oltre dieci anni fa. Secondo indiscrezioni, sta testando in alcuni paesi una nuova funzione che propone agli utenti contenuti scelti da un algoritmo che si basa sugli ascolti precedenti. La funzione si chiama Your Daily Podcast e permette di creare una playlist, al pari di quelle musicali, ma con contenuti audio. E sarebbe sempre in fase di test anche un tasto per semplificare la procedura di creazione di un podcast per permettere a chiunque di realizzarne uno proprio attraverso lo smartphone.

Anche Apple, sempre più concentrata sui servizi come nuova forma di introito, starebbe puntando sui podcast. Avrebbe assunto Emily Ochsenschlager, attuale vicedirettore responsabile dei podcast presso National Geographic ed ex produttore e redattore di National Public Radio, l'organizzazione indipendente no-profit che comprende oltre 900 stazioni radio Usa. E Facebook, forte dei suoi due miliardi e passa di utenti, avrebbe messo in piedi - secondo il New York Times - un team 'ad hoc' che darà forma a progetti futuri, tra cui i podcast.

"La fruizione di questi contenuti potrà crescere grazie anche alla diffusione degli smart speaker, gli altoparlanti intelligenti - conclude Lamperti - la cui presenza negli Stati Uniti è già capillare e in Europa sta aumentando molto velocemente. In Italia la diffusione è iniziata in maniera considerevole solo nel 2018 ed è quindi logico aspettarsi nei prossimi anni una crescita simile a quella degli altri paesi".
   

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