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Meitu, rischi privacy con app fotoritocco

Applicazione cinese trasforma in personaggi dei manga

ROMA - Dopo aver spopolato in Cina, arriva anche in occidente Meitu, una app di fotoritocco con la particolarità di far sembrare i soggetti fotografati dei personaggi di un fumetto giapponese. L'applicazione Made in China, che consente di giocare con effetti come 'fiaba' e 'angelico', aggiungere sfondi di petali e fiori, sta però facendo sollevare dubbi sulla tutela della privacy degli utenti.

Alcuni esperti di sicurezza hanno infatti criticato l'ingente mole di dati raccolti dalla app.

Agli utenti Android, in fase di installazione Meitu chiede il permesso di accedere non solo alla fotocamera e al rullino dello smartphone, ma anche a informazioni non necessarie all'uso dell'app come il numero di telefono o la posizione geografica, le chiamate e le connessioni wi-fi. "Fatemi capire bene: tutti voi avete appena scaricato una app cinese che richiede tutte queste autorizzazioni? Fatemi sapere come va a finire", ha twittato il ricercatore di sicurezza informatica Greg Linares.

Anche la versione per iPhone di Meitu raccoglie parecchi dati, tra cui il nome della compagnia telefonica utilizzata e se il dispositivo ha il jailbreak, se cioè è stato modificato per poter installare app di terze parti. Per il presidente del Sudo Security Group, Will Strafach, la versione per iOS "raccoglie dati parzialmente sensibili, ma non è insolito".

Meitu si è difesa dalle accuse: "L'unico scopo di raccogliere i dati è ottimizzare il funzionamento della app e capire meglio il coinvolgimento dei consumatori con la pubblicità in-app", ha fatto sapere, sottolineando di "non vendere in alcuna forma i dati degli utenti".
   

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