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Copyright: dopo Italia, al buio altre pagine Wikipedia

Protestano volontari enciclopedia spagnola, lettone ed estone

Dopo l'Italia, serrata in Europa di altre edizioni di Wikipedia, per protestare contro la direttiva Ue sul copyright che dovrebbe essere votata domani dalla plenaria dell'Europarlamento. I volontari dell'enciclopedia online di Spagna, Estonia e Lettonia hanno deciso di oscurare le pagine di questi paesi, mentre c'è un banner informativo sulla direttiva sull'edizione inglese e polacca di Wikipedia. 

L'Europarlamento si presenta completamente spaccato al voto che si terrà a mezzogiorno a Strasburgo: nessun gruppo politico, da sinistra a destra, è compatto sulle posizioni del sì o del no per procedere sulla riforma del copyright con Consiglio e Commissione Ue. Sarà quindi una conta all'ultimo voto, eurodeputato per eurodeputato, dall'esito completamente incerto ed aperto. E' quanto emerge da diversi osservatori e fonti alla vigilia della votazione in plenaria, che dovrà decidere se dare o meno il mandato a negoziare con Consiglio e Commissione Ue la revisione delle norme che regolano il diritto d'autore.

"C'è una campagna cinica da parte delle società tech che inondano le caselle email degli europarlamentari facendo allarmismo che la direttiva sul copyright sarebbe la fine di internet, ma vi preghiamo di notare che oggi fanno vent'anni dalla loro prima affermazione che misure sul copyright distruggerebbero internet, cosa che non è mai successa". Così 150 rappresentanti dell'industria creativa e culturale europea, dalle associazioni di autori, giornalisti e musicisti sino a editori, produttori cinematografici e tv dei 28, tra cui per l'Italia anche Anica, Siae, Confindustria Radio Televisioni, Pim. Il settore culturale e creativo invita quindi gli eurodeputati a "confermare il mandato sul copyright nel voto in plenaria per sostenere la creazione in Europa", che pesa per il 4,5% del pil Ue e rappresenta 12 milioni di posti di lavoro. "Abbiamo bisogno di un Internet che sia equo e sostenibile per tutti", concludono così il loro appello in vista del voto di domani all'Europarlamento a Strasburgo.

Gli articoli più discussi della direttiva sono l'11 e il 13. Il primo prevede l’istituzione di una sorta di 'link tax' per le piattaforme web come Google e Facebook che inseriscono link ai siti di notizie. In pratica queste dovrebbero concordare una licenza con ogni editore, pagando una cifra annualle per la segnalazione degli articoli. L'articolo 13, invece, prevede che i contenuti caricati online nell’Ue debbano essere verificati preventivamente e automaticamente con dei filtri, per prevenire la diffusione online di materiale protetto dal diritto d’autore.  

"La tutela e valorizzazione del diritto d'autore è uno dei pilastri per lo sviluppo della società ed economia digitali, su cui la Federazione si adopera da anni collaborando in primis con l'Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni - dice Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale - Ma il testo della Commissione Juri presenta gravi problematicità, frutto di una discussione impostata come se ci fosse una sfida in atto tra detentori del copyright e grandi piattaforme digitali. Ma l'ecosistema digitale è molto più di questo".

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