ROMA - ''Ogni generazione espande la sua definizione di eguaglianza. E adesso tocca alla nostra generazione definire un nuovo contratto sociale''. A Mark Zuckeberg le idee non sono mai mancate, ma torna ad Harvard -dove creo' Facebook ma dove non arrivo' a finire il corso di studi- per parlare ai laureandi classe 2017. Di idee -appunto- ma soprattutto di visione, la sua, e di futuro. E lo fa partendo da un presente che va superato ma che lo stesso Zuckeberg ha contribuito a costruire nella forma in cui lo viviamo.
''Dovremmo esplorare concetti. Come il reddito base universale, per garantire che tutti abbiano un ammortizzatore che ci consenta di provare nuove idee'', propone quindi alla platea di giovani freschi di laurea. ''Cambieremo lavoro e ruoli molto spesso, abbiamo quindi bisogno di sanita' e assistenza dei bambini accessibile, che non sia legata al datore di lavoro''.
E, ancora: ''Curarsi delle altre persone in altri luoghi quando non siamo soddisfatti delle nostre vite a casa nostra. E cio' ci spinge a chiuderci''. E spiega: ''questa la sfida del nostro tempo. La forza di liberta', apertura e comunita' globale contro le forze di autoritarismo, isolazionismo e nazionalismo. Forze per il flusso di sapere, commercio e immigrazione contro quelle che li rallenterebbero. Questa non e' una battaglia delle nazioni. E' una battaglia delle idee". Suona cosi' come un 'manifesto' l'intervento del milionario 33enne, nonostante abbia pubblicamente smentito voci su possibili ambizioni politiche.
Rimbalza infatti periodicamente la suggestione che Zuckeberg possa candidarsi in futuro alla presidenza degli Stati Uniti. Del resto i mezzi economici non gli mancano (fondamentali per la corsa alla massima carica eletta negli Usa), ma stando al piglio e ai contenuti del suo discorso ai laureandi di Harvard avrebbe anche un possibile programma. Di nomi none ne fa mai (men che meno menziona il presidente Donald Trump) pero' le critiche sono chiare.