Niente code ai Centri per l'impiego, né candidature tramite il 'passaparola' dei conoscenti: per la Generazione 2.0, ragazzi con meno di 30 anni cresciuti insieme al 'boom' di Internet, il lavoro si cerca (e trova) via web. Nel 2014, infatti, il 10% ha ottenuto un incarico 'navigando' in Rete.
Ma le nuove tecnologie non sono indispensabili soltanto per chi aspira ad un posto: lo dice un'indagine della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro. I giovani al vertice delle aziende mostrano di saper utilizzare al meglio le potenzialità degli strumenti digitali per la comunicazione: il 65% intraprende l'attività curando la presenza in Rete, facendo conoscere prodotti e servizi tramite un proprio sito e affidandosi ai social network (più Facebook, che Twitter), e garantisce la vendita online.
Inoltre, nel corso del 2014 un ragazzo con meno di 30 anni su 10, in Italia, ha conquistato la sua occasione lavorativa attraverso le pagine visualizzate sul Pc, o con lo smarthphone. Una quota che potrebbe salire, puntualizza l'indagine, se il digitale venisse potenziato: si stima, infatti, che una diffusione maggiore del 10% di Internet porterebbe ad "un aumento generale dell&rsquooccupazione del 0,44% e del 1,47% di quella giovanile".
Nel frattempo, fra i segnali di ripresa della nostra economia si segnala una 'escalation' di persone interessate a lavorare, e per quelle con un titolo di studio più elevato le 'chance' sono superiori, visto che "il tasso di disoccupazione dei laureati nel 2014 è del 7,8%", ossia "quasi 9 punti percentuali in meno" rispetto a quello di chi vanta solo la licenza media.