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Cook, leggi pro-discriminazione pericolo

L'appello del ceo di Apple in intervento sul Washington Post

"C'è qualcosa di molto pericoloso che sta avvenendo nel Paese", un'ondata di leggi a favore della "discriminazione". Così, dopo il coming out sulla sua omosessualità, Tim Cook - ceo di Apple - con un intervento sul Washington Post si schiera contro le leggi sulla "libertà religiosa" in via di discussione in diversi Stati Usa, citando in particolare quella firmata nell'Indiana che consente ai gestori di esercizi commerciali di non servire i gay senza incorrere nell'accusa di discriminazione.

    In totale, scrive Cook, ci sono circa 100 proposte di legge che puntano a legalizzare la discriminazione. "Proposte - sottolinea - che razionalizzano l'ingiustizia facendo finta di difendere qualcosa che sta a cuore a molti di noi. Vanno contro i veri principi sui quali è stata fondata la nostra nazione, e possono potenzialmente cancellare decenni di progressi verso una maggiore uguaglianza". Alla Apple, sottolinea, "ci impegniamo a fare business in un modo che sia giusto ed equo. Ecco perché, a nome di Apple, mi oppongo a questa nuova ondata di leggi, ovunque emergano". "Ho un grande rispetto per la libertà religiosa", aggiunge, "ma non penso che la religione debba essere usata come scusa per discriminare".

    Tim Cook è amministratore delegato di Apple dal 2011 e lo scorso 30 ottobre ha annunciato pubblicamente la sua omosessualità in un articolo per Bloomberg Businessweek. "Anche se non ho mai nascosto il mio orientamento sessuale - aveva dichiarato -, finora non l'ho mai reso pubblico. Quindi voglio essere chiaro: sono orgoglioso di essere gay e considero questo uno dei più grandi regali che Dio potesse farmi".
   

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