(ANSA) - ROMA, 22 AGO - Social media prigionieri del
'Dragone': in Cina viene censurato quasi il 40% dei post
riguardanti raduni e manifestazioni di ogni tipo, nel tentativo
di soffocare sul nascere ogni azione collettiva. A denunciare la
''più grande forma di soppressione selettiva della comunicazione
umana mai registrata nella storia'' sono i ricercatori
dell'università di Harvard in uno studio pubblicato su Science.
''I cinesi possono scrivere sui blog commenti al vetriolo
riguardo ai loro leader più in vista senza timore della censura,
ma se scrivono in merito ad una protesta in corso o addirittura
una manifestazione filo-governativa, vengono censurati'', spiega
il coordinatore dello studio Gary King. Esperto di sociologia e
statistica, King ha provato a dar vita ad un nuovo social media
nel Paese del Dragone per studiare dall'interno i meccanismi di
funzionamento e gestione. Poi, con la sua equipe, ha dato vita
ad un duplice esperimento online per smascherare l'attività
delle decine di migliaia di censori cinesi. Per cominciare, i
ricercatori di Harvard hanno scaricato i commenti postati sui
social media cinesi prima che potessero essere revisionati dai
censori, e poi hanno monitorato la loro permanenza sul web
ricorrendo ad una rete di computer sparsi in diversi Paesi del
mondo. Per mettere alla prova i filtri automatici usati dalla
censura, i ricercatori hanno invece creato numerosi account in
cento diversi siti social cinesi con cui hanno postato più di
mille commenti su eventi di grande attualità.