Ammettere oggi che i social network “non abbiano un certo peso” negli equilibri di una campagna elettorale, è praticamente affermare una fake news. E’ chiaro che una buona parte della sfida di questa campagna elettorale si stia giocando sui social network.
Partiti come la Lega hanno fatto della comunicazione strategica sui social un vero e proprio cavallo di battaglia, con post “scientifici” e “mirati” (e quotidiani) per intercettare il target di elettori specifico di Salvini e compagni.
Nulla è lasciato al caso, nemmeno il budget annuale: circa 900 mila euro. Se conserviamo ancora qualche dubbio sul ruolo importante che i social hanno avuto in passato nell’incidere sulle campagne elettorali, oggi quasi più nessuno può mettere in discussione questo ruolo.
I social hanno inciso pure sull’elezione di Trump, anche grazie alla fake news. Questo dicono oggi gli analisti.
Fake news elettorali
Ne sa qualcosa Facebook, intervenuto per chiudere 23 pagine italiane accusate di pubblicare “bufale” di stampo elettorale per influenzare la campagna di voto. La segnalazione è partita dalla ong Avaaz, impegnata in un progetto di lotta alla disinformazione sui social media. Oltre la metà delle pagine chiuse sostenevano con i loro post Lega e Movimento 5 Stelle. Le pagine erano seguite da milioni di follower, più degli account ufficiali dei due partiti. Negli ultimi tre mesi avevano generato 2,44 milioni di interazioni.
Un problema globale
Ma quello delle fake news non è solo un problema italiano. Facebook ha chiuso in Spagna 17 pagine colme di “bufale” appartenenti ad un network di estrema destra che raggiungevano quasi un milione e mezzo di follower. Ed è una lotta senza quartiere, ma sono gli stessi social a combatterla in prima linea. Facebook, ad esempio, ha avviato a Dublino un Centro operativo sulla campagna elettorale europea. Dal 2 maggio, una squadra di fact checkers composta da specialisti, ingegneri e ricercatori è al lavoro per contrastare le fake news elettorali.
Multe ai partiti che diffondono fake news
Ma è la stessa Unione Europea a dichiarare guerra alle “bufale elettorali”. Un'arma in mano alle autorità è quella delle multe. Diffondere fake news oggi può costare molto caro. La nuova normativa europea, infatti, prevede sanzioni per partiti e movimenti politici fino al 5 % del loro bilancio annuale. Ma si rischia anche l’esclusione dai fondi del bilancio dell’Unione Europea. L’obiettivo, inoltre, è regolamentare il meccanismo di “profilazione” degli utenti. Quest’ultima è una questione che resta ancora molto spinosa. Cambridge Analyticadocet.