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Tecnologia

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PA Social all’assemblea nazionale: “Digitale, confronto e formazione”

PA Social si appresta a celebrare la seconda assemblea nazionale.

Giornalisti, addetti stampa, social media manager. Ma anche aziende private e enti pubblici.

Dinamico, coinvolgente, giovanile e competente: il “modello PA Social ha conquistato tutti gli ambiti della comunicazione digitale (qui puoi leggere la presentazione della giornata).

L’appuntamento è per le 9:30 di giovedì al Binario F di via Marsala, presso la Stazione Termini. Centinaia di comunicatori da tutta Italia – per iscriversi basta cliccare qui – e un programma ricchissimo.

“Sarà una giornata di straordinaria partecipazione, di confronto tra professionisti, enti e aziende pubbliche, imprese da tutta Italia. Al centro, la qualità della comunicazione e informazione attraverso web, social network, chat, intelligenza artificiale”, spiega il presidente di PA Social Francesco Di Costanzo.

“Tantissime iniziative, progetti, partnership che stiamo mettendo e metteremo in campo su divulgazione, scambio di buone praticheformazionericerca e molto altro”, prosegue Di Costanzo. ”

“E poi ospiti, interventi, workshop, tavoli di lavoro tematici, la prima mostra digitale sui volti della Comunicazione italiana, la presentazione del libro e di una interessante indagine dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale. Insomma, tanta carne al fuoco per un evento gratuito e aperto a tutti”.

Proprio il presidente dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale, Livio Gigliuto, nel corso degli Stati generali di Torino (qui) aveva parlato di un tema molto sentito e importante. “Sempre più italiani vanno verso l’utilizzo degli strumenti digitali a fini informativi, tanto da enti pubblici quanto da imprese private o liberi professionisti”.

“Non c’è dubbio che in quest’ottica risulti determinante e vincente formare le professionalità, prosegue Di Costanzo. “L’utilizzo di strumenti e piattaforme digitali per la comunicazione e informazione è già un asset fondamentale e lo sarà sempre di più nel futuro. Per questo parliamo di qualità, di come si usano questi strumenti”

Francesco Di Costanzo, presidente PA Social (foto: Francesco Pierantoni)

“Organizzazione, conoscenza degli strumenti e dei linguaggi, investimento su professionalità dedicate (molte ancora da riconoscere formalmente), integrazione tra nuove e tradizionali competenze della comunicazione e dell’informazione. Questo è ciò che serve per farlo al meglio”.

L’aggiornamento e la formazione si innestano proprio in questa direttrice. “Certo. Con PA Social stiamo lavorando molto sulla formazione”.

“E lo stiamo facendo con numerose partnership e percorsi, come ad esempio quelle con Facebook, LinkedIn, Anci, Università, Ordine dei Giornalisti e molti altri player pubblici e privati”.

Strumenti e tecnologie digitali portano con sè un rovescio della medaglia di tipo sociale. Per molti, infatti, soprattutto nell’ambito della comunicazione politica il rischio estremo è quello di una sorta di alienazione dell’individuo, un allontanamento dalla concretezza della realtà.

“Non credo”, risponde il presidente di PA Social“La politica fa il suo mestiere e credo sia normale che oggi debba puntare soprattutto su questi strumenti. Il tema è sempre lo stesso, come si usano queste piattaforme, conoscerne le opportunità, dare qualità alla propria comunicazione e informazione, mettere in campo un forte investimento su dialogo e interazione.

I rischi e i pericoli restano però sempre dietro l’angolo. “Tutti dobbiamo lavorare per far prevalere l’utilizzo positivo di queste piattaforme, le potenzialità e la forza sono le stesse, dobbiamo far vincere la comunicazione corretta su fake news, informazione scorretta, odio, hate speech.

La politica – chiude Di Costanzo – ha però la grande occasione di intervenire sul mondo della comunicazione e dell’informazione pubblica dando a questo settore gambe, prospettiva, ambizione, superando schemi del passato. Non deve perdere questa opportunità, siamo già in ritardo. Ma all’assemblea nazionale parleremo anche di questo”.

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