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La tecnologia consuma troppa energia ed inquina

Rapporto,dispositivi meno potenti e applicazioni meno energivore

Il consumo totale di energia delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Ict), fra produzione e uso delle attrezzature, sta crescendo a un tasso "insostenibile" del 9% all'anno e, ad oggi, rappresenta il 3,7% delle emissioni globali di gas serra (rispetto al 2,5% del 2013). E' quanto emerge dal rapporto "Lean Ict - towards digital sobriety" (Ict leggero - verso una sobrietà digitale) redatto dal think tank francese "The Shift Project" (il cui fondatore Jean-Marc Jancovici ha ideato, nel 2000, un metodo per calcolare l'impronta di carbonio).

Obiettivo del team di dodici scienziati, ingegneri del settore e consulenti, è aiutare le grandi organizzazioni a gestire l'impatto energetico delle loro "operazioni digitali" perchè la transizione così come è oggi contribuisce ad aumentare il riscaldamento globale piuttosto che a prevenirlo. La necessità di agire è quindi urgente, avverte il think tank rilevando che lo scenario "sobrio" quanto meno impedisce l'esplosione dell'impronta ambientale digitale. I passi da fare sono principalmente nell'acquisto di dispositivi il meno potenti possibile, nel cambiarli il meno possibile e nel ridurre gli usi non necessari e per di più "energivori".

"L'impatto ambientale della digitalizzazione diventa gestibile se l'Ict è più snello. E' possibile limitarne crescita all'1,5% all'anno passando a pratiche digitali sobrie" dice il rapporto. Secondo "The Shift Project", il tasso di crescita dei consumi energetici del settore digitale potrebbe essere rallentato dal 9% all'1,5% nel 2025, secondo uno scenario di "sobrietà" che lascia spazio alla crescita dei data center (+17% annuo al 2025) e delle reti mobili (+25% annuo al 2025).
   

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