Chi lavora in produzione, nella ristorazione e nei trasporti ha un altissimo rischio di perdere il lavoro per colpa dell'automazione e dell'intelligenza artificiale, mentre 'si salverà' chi fa mansioni più qualificate, dalla salute agli affari. Lo afferma uno studio della non profit americana Brookings Institution, il pericolo riguarda più gli uomini e i più giovani.
Il rapporto si basa sull'analisi degli impatti dell'automazione tra il 1980 e il 2016 e sulla loro proiezione fino al 2030. "Praticamente nessuna occupazione rimarrà invariata con i cambiamenti portati dall'era dell'intelligenza artificiale - si legge -. Quelli più vulnerabili saranno nel settore della produzione, dei trasporti, della ristorazione e dell'amministrazione, con oltre il 70% delle mansioni potenzialmente automatizzabili. Tuttavia i lavori ad alto rischio rappresentano solo un quarto del totale".
Nel dettaglio il settore che verrà più penalizzato sarà quello produttivo, con quasi il 90% delle mansioni rimpiazzabili. A seguire la ristorazione (85%), in cui le azioni più di routine, come il lavaggio dei piatti, verranno fatte da macchine, e i trasporti (78%), che saranno penalizzati dall'arrivo delle auto che si guidano da sole. I più tranquilli saranno invece gli operatori economici, con poco più del 10% delle mansioni che saranno rimpiazzabili, chi si occupa di arte e intrattenimento, gli ingegneri e in generale chi fa lavori che richiedono un'istruzione superiore.
Il fenomeno non colpirà indiscriminatamente: secondo l'analisi ad essere più a rischio sono gli uomini, più impiegati nelle mansioni produttive e nei trasporti, e i più giovani, che sono il grosso del personale addetto alla ristorazione.