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Droni pronti a riconoscere le armi chimiche

Risultato di un progetto europeo

ROMA - Controllati da remoto ed equipaggiati con speciali 'nasi', possono riconoscere sostanze pericolose e armi chimiche come gas nervino, antrace o polonio: è la flotta dei 'droni Sherlock Holmes', specializzata nel raccogliere prove sulla scena di un crimine e garantire la sicurezza degli investigatori, frutto della prima fase del progetto europeo Rocsafe (Remotely Operated CBRNe Scene Assessment & Forensic Examination), al quale l'Italia partecipa con il Cnr e il Centro di ricerche elettro-ottiche. "Manderemo robot invece di uomini per migliorare la sicurezza di chi fa le indagini", spiega Michael Madden, dell'Università nazionale di Galway, che coordina il progetto. Quest'ultimo prevede due fasi: la prima consiste nel mettere a punto droni i cui sensori, controllati da remoto, sono specializzati nel controllare la presenza di sostanze chimiche, biologiche o nucleari grazie ad un mini-laboratorio su chip. La seconda prevede robot 'terrestri', che raccolgono sul campo prove da analizzare poi in laboratorio.

Nello stesso tempo i ricercatori stanno lavorando allo sviluppo di un software per elaborare velocemente tutte le informazioni che arriveranno alla centrale di comando. Stanno inoltre realizzando il prototipo di un robot lungo 1,5 metri e con di 6 ruote che gli permettono di muoversi su terreni accidentati per raccogliere, classificare e imbustare le prove in modo corretto anche per i tribunali.


Il progetto Rocsafe, la cui conclusione è prevista nel 2019, è accompagnato da un altro progetto europeo, chiamato Gift Cbrn: una sorta di 'cassetta degli attrezzi' in grado di maneggiare e identificare nel giro di 1-2 ore tossine pericolose con il gas nervino o sarin, o anche radioattive, e così aiutare la polizia scientifica nel gestire armi chimiche. 
   

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