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Entro un anno il primo 'assistente virtuale proattivo'

'Seguirà' l'utente su smartphone, in auto, in banca, dal dottore

(Di Vittoriano Vancini)

'Siri' di Apple, 'Google Now', e 'Cortana' di Windows, sono solo l'inizio. Presto assistenti personali virtuali su smartphone, smartwatch, in auto, sulla tv, dal frigorifero, nei videogiochi ma anche nei call center e sul web, ci 'parleranno' direttamente essendo in grado di 'capire' ciò che diciamo e non solo di rispondere a frasi e parole chiave come oggi, potendo anche dare suggerimenti in base ai nostri profili digitali. Quella che è più di una promessa e che dovrebbe cominciare a concretizzarsi già nel 2015 con le prime applicazioni dell'assistente virtuale 'Nina 2.0', viene da Nuance, il colosso delle tecnologie vocali digitali.

Tecnologie che vanno dal riconoscimento vocale al 'linguaggio naturale', dal 'text-to-speech', che fa parlare le macchine, alla biometrica vocale, che consente di riconoscere un individuo meglio di un'impronta digitale (password vocale)e si basano su sistemi 'embedded' supportati dal cloud. Spesso queste vengono usate 'dietro le quinte' (Nuance lavora con Apple, per 'Siri', e con Samsung) ma, con o senza il marchio, sono presenti in oltre 800 milioni di App mobile e in 70 milioni di automobili (28 milioni solo nel 2013), e consentono oltre otto miliardi di 'sessioni' l'anno, in call center e sul web, ad Air France, Delta, Us Airways, Barclays, Santander, Deutsche Bank, Telefonica, Vodafone o Coca Cola (41% chiamate), solo per citare i più noti. Importante anche la presenza nel settore sanitario dove l'anno scorso ben 8 miliardi di cartelle cliniche e prescrizioni sono state scritte sotto dettatura medica dai software di Nuance (70% del mercato) rispettando le rigide regole della Sanità Usa (l'Italia è uno dei quattro Paesi, con Cina, Francia e Germania di prossimo sviluppo). Nel 2013 sono stati consegnati ben 3,5 miliardi di dispositivi con software Nuance e gli utenti mondiali di tutti questi servizi e programmi attivi al mese sono 123 milioni e crescono a un ritmo del 100% al mese.

Il computer comandato con la voce di 'Star Trek' è già quasi una realtà, l'intelligenza artificiale del film "Her" invece un po' meno. La promessa più concreta è però quella di avere un sistema che riconosca e 'parli' con l'utente dallo smartphone all'auto, dal televisore al web, ricordando i suoi dati e le sue necessità. L'"ubiquitous computing" è però quasi 'dietro l'angolo', secondo Nuance e nei software rilasciati in questi ultimi mesi ci sono già i semi promettenti dello sviluppo. "Noi costruiamo sistemi intelligenti che definiranno la prossima generazione dell'interazione uomo-computer", ha spiegato all'ANSA Peter Mahoney, CMO di Nuance e general manager della linea dei prodotti 'Dragon'. E la base di tutto questo è la voce, "più facile da usare delle dita - aggiunge Mike Thompson, vicepresidente e direttore del mobile di Nuance - soprattutto in tutti quei dispositivi che non hanno una tastiera o hanno uno schermo piccolo. Per questo Internet delle cose e 'indossabili' sono le aree dove la voce può avere il maggior uso".
"La voce - ci tiene a precisare Gregory Pal, vicepresidente Enterprise Product Strtegy - è un sistema che si integra con gli altri ma non vuole essere esclusivo, l'utente deve poter scegliere quello con cui si trova meglio".

E la maggior facilità d'uso arriva proprio dal 'linguaggio naturale', branca della scienza vocale su cui sta investendo maggiormente Nuance, insieme al 'text-to-speech' che permette alle macchine di 'parlare'. Con il linguaggio naturale l'utente può rivolgersi alla macchina parlando come farebbe con un altro essere umano. E questo con il software di Nina 2.0, nelle sue 'incarnazioni' nei vari settori, diventa ancora più possibile, grazie alla combinazione del motore semantico con i valori statistici. "Quando ho due carte di credito e sto interrogando lo sportello digitale di una banca, finite le operazioni sulla prima, potrei dire: 'e l'altra?'. Da un punto di vista semantico non avrebbe alcun senso ma grazie alla contestualizzazione statistica, ovvero ai dati raccolti nel mio profilo utente o sul mio smartphone, il sistema sarà in grado al 99,99% di capire la mia richiesta", spiega Agostino Bertoldi, vicepresidente Enterprise per il Sud Europa, aggiungendo che in Italia (dove Nuance ha più di un centinaio di ricercatori a Torino nella Loquendo che ha acquistato negli anni scorsi) i sistemi Nuance sono utilizzati per esempio da Mediolanum che già alla fine dell'anno dovrebbe avere i nuovi software.

"Sempre più l'Italia è attenta a questi strumenti - aggiunge, citando Fiat e Telecom Italia tra gli utenti - e qualcuno è già in campo sia nelle applicazioni Mobile che nel mondo del Web". In arrivo sono poi le password vocali, come quelle già usate dal Banco Santander o da Barclays, basate sulle biometriche della voce che consentono un grande livello di sicurezza (sono 150 i 'punti' vocali riconoscibili, molti di più di quelli delle impronte digitali). "Ogni voce è unica - spiega Bertoldi - e i file digitali presentano caratteristiche praticamente impossibili da replicare. Al momento attendiamo il via libera del Garante per la Privacy, come già è avvenuto in passato per la grafometrica. L'iter è complesso ma è in dirittura finale".

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