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Case 'smart' possono predire chi sta sviluppando demenza

Indizi dai dati dei sensori dei dispositivi connessi

I sensori sempre più presenti nelle 'smart home', dove molti dispositivi sono connessi, possono rivelare se una persona sta mostrando i primi segni di demenza, monitorando i comportamenti. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dalla rivista Ieee Journal of Biomedical and Health Informatics, secondo cui lo stesso principio può essere usato per monitorare altri tipi di pazienti, come chi ha i postumi di un ictus.

Nello studio della Gonzaga University sono stati monitorati in continuo per un mese 14 volontari, sette dei quali già con una diagnosi di demenza, mentre gli altri soggetti erano sani ma con una età e un background simili ai primi. I dati dei sensori sono stati usati per valutare, attraverso un algoritmo, i movimenti fatti in 16 tipi di attività, dalla cucina al lavoro al sonno. Il confronto fra i dati dei due gruppi, spiegano gli autori, ha rivelato diverse differenze.

"Prima di tutto la velocità di camminata del gruppo con demenza era metà rispetto a quella dell'altro gruppo - spiega Gina Sprint, l'autrice principale -. Inoltre il primo gruppo ha mostrato una maggiore variabilità nella durata e nell'orario di inizio delle attività. L'algoritmo è studiato per capire le variazioni nel tempo, quindi ha il potenziale per aiutare in qualsiasi condizione in cui al medico serve sapere se una persona sta migliorando o peggiorando".
   

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