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Tour de France, Nibali pronto a Pirenei: 'Ma vincerò solo a Parigi'

Maglia gialla: 'Prossime tappe difficili, dovrò fare attenzione'

Una condizione di forma, fisica e mentale, da far invidia. Un vantaggio in classifica generale più che considerevole. Eppure, Vincenzo Nibali ancora non canta vittoria. La maglia gialla del Tour de France prende tempo e, nel secondo giorno di riposo della Grande Boucle, resta concentrato sulle prossime tappe che porteranno la carovana a scalare i Pirenei.

"Se ho intenzione di lasciare il segno come ho già fatto sul pavé e sulle Alpi? Staremo a vedere. Tutte queste tappe saranno difficili, a cominciare da quella di domani da Carcassonne a Bagneres de Luchon" sottolinea lo 'squalo' messinese parlando della frazione più lunga del Tour (237,5 km), che passerà anche per la discesa del Colle di Portet-d'Aspet dove perse la vita nel 1995 l'azzurro Fabio Casartelli. La tappa più insidiosa per Nibali, però, sarà la 18/a, "quella con l'arrivo a Hautacam".

"L'obiettivo è quello di controllare la gara, per mantenere il mio vantaggio che è già considerevole" aggiunge intervistato dall'Equipe. E in effetti, il primo inseguitore è lo spagnolo Valverde con un ritardo di ben 4 minuti e 37 secondi. Un margine ampio, che tuttavia non fa perdere l'equilibrio al corridore dell'Astana: "Devo restare vigile, fare attenzione alle cadute, restare il più vicino possibile ai miei compagni di squadra. In ogni caso, non farò l'errore di pensare che ho già vinto il Tour. No, tutt'altro. Il Tour è vinto a Parigi, non prima".

Eppure, quando gli si chiede in quale momento ha capito di poter arrivare in giallo agli Champs-Elysees la risposta è netta: "Immediatamente, già il secondo giorno a Sheffield. C'erano stati diversi attacchi, compresi quelli di Froome e Sagan. Dopo che sono partito io, nessuno è riuscito a starmi dietro, e così ho vinto la tappa e preso la maglia gialla. Con questa azione ho attinto una grande fiducia in me".

Fiducia che non è assolutamente scalfita da chi sostiene che la sua sarà una vittoria 'dimezzata' a causa dei ritiri dei due principali avversari, Froome e Contador. "Ho già risposto a questa domanda. Sono caduti, mi dispiace per loro, ma le cadute fanno parte del mestiere - taglia corto Nibali -. Io non ho rubato niente a nessuno, e credo che ci siano ancora tutti i migliori al mondo, tra cui i francesi". Il vero rivale resta però Valverde che, almeno a parole, non sembra voler restare a guardare.

"Non mi posso permettere di essere attendista. Devo attaccare. Restano tre tappe molto dure sui Pirenei, può accadere di tutto, si può perdere molto tempo o se ne può guadagnare - sottolinea lo spagnolo - Nibali finora ha dimostrato di essere il più forte, ma non ci arrendiamo. I Pirenei arrivano alla terza settimana, sono molto esigenti e può esserci della stanchezza. È umano, può esaurirsi. E se ha una brutta giornata, proverò ad approfittarne".

Nella giornata di "riposo", lo Squalo ha fatto una sgambata di una settantina di chilometri prima di pranzo, giusto per non perdere il ritmo, indossando la maglia tricolore di campione italiano. Quella gialla, la rimetterà domani, deciso a portarla fino a Parigi.
   

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