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Superlega:Percassi,mai chiesta esclusione Milan,Inter e Juve

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Superlega:Percassi,mai chiesta esclusione Milan,Inter e Juve

Ad Atalanta: il calcio è dei tifosi

MILANO, 21 aprile 2021, 14:18

Redazione ANSA

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"Il calcio è dei tifosi. Ma è una falsità assoluta che l'Atalanta abbia mai voluto chiedere l'esclusione dalla serie A delle tre italiane aderenti alla Superleague, che comunque si fonda su principi sbagliati". Luca Percassi, amministratore delegato dell'Atalanta, lo ha chiarito prima della conferenza stampa dell'allenatore Gian Piero Gasperini alla vigilia del match con la Roma.
    "Milan, Inter e Juventus sono società importantissime per il calcio italiano. Noi, come società, abbiamo aderito fin da subito al comunicato dell'Uefa di domenica - ribadisce l'alto dirigente nerazzurro -. Errare è umano e i vari club stanno tornando sui loro passi. Già come consigliere di Lega mi ero espresso nella riunione straordinaria di domenica sera. Come Atalanta riteniamo di condividere le parole di lunedì Aleksander Ceferin, il presidente Uefa: sosteniamo concetti meritocratici e solidali, ogni città deve essere rappresentata e tutte le componenti meritano rispetto, anche il Cagliari e il Benevento".
    Percassi ritiene superato lo strappo: "Dallo scossone appena vissuto dobbiamo raccogliere opportunità dal punto di vista del calcio italiano. Il tema su cui insisto in assemblea e nei consigli di Lega è che si continua a non parlare di calcio: si parla solo di questioni come i fondi. Questa cosa non si vede e non si legge, ma noi abbiamo preso posizioni forti nei confronti delle politiche dell'attuale presidente di Lega anche sui fondi, di cui nessuno finora ha parlato e scritto in termini corretti".
    "Siamo convinti che il calcio sia di tutti: qualunque modifica richiede processi lunghi e condivisione - chiude Percassi -. Secondo me Andrea Agnelli non si dimetterà: all'interno di un percorso ognuno è libero di comportarsi come crede. C'è bisogno dell'esperienza di tutti. Dopo quella famosa dichiarazione su di noi senza storia europea, chiamò mio padre Antonio scusandosi: voleva esprimere solo il concetto della necessità della stabilità finanziaria per i grandi club in caso di mancata qualificazione alle coppe, non sminuire noi".
   

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