"Ho temuto per la mia vita. So come
sono andate le cose. Non sento di dovermi scusare con nessuno,
le scuse si fanno quando hai fatto qualcosa di sbagliato": il
difensore e capitano del Manchester United, Harry Maguire, alla
BBC, racconta l'episodio che lo ha visto protagonista durante
la sua vacamza a Mykonos che gli è costato l'arreso e la
condanna a 21 mesi e 10 giorni di reclusione, pena sospesa con
la condizionale per i prossimi tre anni e l'esclusione dalla
nazionale inglese per i prossimi impegni in Natiosn League.
Maguire è stato ritenuto colpevole dalla giustizia greca di
condotta violenta, tentata corruzione e insulti. L'accusa nei
suoi confronti era di aver provocato una rissa con la polizia
greca, imputazione per la quale Maguire aveva subito annunciato
il ricorso alla sentenza avanzato dai suoi legali. Secondo la
loro ricostruzione, il taxi che
li doveva portare in ospedale per curare la sorella Daisy
'narcotizzata' da una banda di albanesi avrebbe condotto il
gruppo direttamente al posto di polizia, dove sarebbe nato il
parapiglia.
"Non sento di dovermi scusare con nessuno, le scuse si fanno
quando hai fatto qualcosa di sbagliato. Non lo auguro a nessuno
- le parole di Maguire - Ovviamente la situazione ha reso le
cose difficili per uno dei club più grandi del mondo, quindi mi
dispiace aver messo in mezzo i tifosi e la società, ma non ho
fatto nulla di sbagliato".
"Mi hanno picchiato molto sulle gambe, ero in preda al
panico - il racconto del giocatore - ho avuto paura per la mia
vita. Mi sono trovato in una situazione che poteva succedere a
chiunque e ovunque. Io so cosa è successo quella notte, so la
verità".
Martedì gli è stata inflitta una condanna a 21 mesi e 10
giorni con sospensione della pena, ma da allora ha fatto
appello. Ci sarà quindi un nuovo processo completo davanti a un
tribunale superiore.
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