"Voi mi dite che devo mettere
cinquanta persone sane in quarantena, per me è un delitto, visto
che sono persone sane, mi devono dire che significa. Sono
volontà non mie, mi viene imposto, loro decidono ed io mi prendo
la responsabilità? Io non metto in quarantena persone sane". A
dirlo è Ivo Pulcini, direttore sanitario della Lazio, in merito
alle decisioni da assumere in vista di un eventuale ripresa del
campionato e del rischio di nuovi contagi tra calciatori. "La
quarantena di 14 giorni per i calciatori? Il Comitato tecnico
scientifico - precisa Pulcini ai microfoni di Radio KIss Kiss -
non tiene conto della curva discendente del contagio. Quello che
era vero un mese fa, adesso è cambiato del tutto. In medicina va
considerato il momento. Tutto questo significa che gli atleti
secondo il Cura Italia sono assimilati come lavoratori, se
prendono il contagio è visto come un infortunio". E se i
calciatori sono considerati come lavoratori, si domanda il
medico biancoceleste, "perché nelle fabbriche se esce un
contagio non chiudono tutti, mentre se capita ad un calciatore
tutta la squadra va messa in quarantena?". Quanto al
Coronavirus, Pulcini dice la sua: "Èun'epidemia stagionale come
altre in passato, basta che guardate la curva dei contagi come è
scesa. Se uno è positivo non chiudono le fabbriche e non devono
chiudere lo sport".
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