"Senza dubbio Atalanta-Valencia è
stato un evento sportivo che ha avuto la propria influenza, dato
che ha radunato tante persone e alla luce dei tristi fatti che
si stanno registrando a Bergamo; guardare troppo indietro, però,
non è il caso. Bisogna pensare al presente, alle persone che
soffrono di più e al futuro". Così Amedeo Carboni, ex difensore
ed ex ds del Valencia - che oggi vive in Spagna - intervenendo a
Sky Sport.
"Quell'evento ha ingrandito l'epicentro in Europa. La Spagna,
rispetto a noi, è indietro di 10-15 giorni - aggiunge -. Ha
iniziato a guardare l'Italia come riferimento con questo
ritardo. Il nostro Paese si è dimostrato preventivo, molto
responsabile, forse anche eccessivo nei confronti di un virus
molto contagioso. In Spagna no. Qui, a Valencia, si è
festeggiato Le Fallas, la festa della città celebrata da milioni
di persone, mentre si è deciso di chiudere il Mestalla".
"Quando arrivai al Valencia - ricorda l'ex terzino - sul mio
contratto c'era il via libera per uscire in moto. Fu una delle
clausole che feci mettere. Non ho mai avuto il procuratore, mi
sono sempre dovuto arrangiare. Ma mi divertivo nelle trattative,
i presidenti molte volte mi hanno cacciato dai loro uffici".
Da ds del Valencia, Carboni ricorda di avere provato "a
prendere Ancelotti per la panchina. Sarebbe stata la sua prima
esperienza lontano dall'Italia, aveva appena salutato il Milan".
"E - conclude - sono stato vicino anche a Cristiano Ronaldo.
Avevamo radunato una serie di contratti che ci avrebbero
permesso di fare l'offerta al Manchester United. Con Mendes ci
vedevamo spesso, poi alla fine è successo qualcosa che ha fatto
saltare l'affare".
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