"Il problema non e' lui, ma il suo
nome. Glielo faremo cambiare per impedire che il nome Mohammad
sia pronunciato nello stadio Teddy". Con queste parole il gruppo
ultrà 'La Familia' del Beitar Gerusalemme, noto come fazione
violenta e con comportamenti xenofobi, ha reagito all'annuncio
dell'acquisto dal Maccabi Natanya del centrocampista Ali
Mohammad, originario del Ghana, per 2,25 milioni di euro.
Secondo quanto riferisce il quotidiano 'Yediot Ahronot', gli
ultrà del Beitar Gerusalemme hanno voluto verificare la fede
religiosa del calciatore e hanno così appreso che Mohammad è
"cristiano praticante" e non musulmano come temevano. Ma per
dargli il benvenuto nello stadio di casa, il Teddy, pretendono
ancora - secondo il giornale - che cambi nome. Il presidente del
Beitar Gerusalemme Moshe Hoghegh da tempo cerca di sradicare
ogni forma di razzismo nella sua tifoseria, in passato
protagonista di vari atti d'intolleranza e ha ingaggiato una
disputa giudiziaria denunciando quattro esponenti di 'La
Familia'.
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