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Maradona 'uccise lealtà', processo immaginario mano de dios

Maradona 'uccise lealtà', processo immaginario mano de dios

Accusa di omicidio, a Genova in scena arringa con pm e difensori

GENOVA, 05 marzo 2015, 22:10

Redazione ANSA

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GENOVA - Stadio Azteca, quarti di finale del Mondiale 1986. Si affrontano Inghilterra e Argentina. Il clima è teso: oltre all'antica rivalità tra le due squadre, è vivo il ricordo della Guerra delle Falkland. Al 6' del secondo tempo il risultato è ancora 0-0 quando il centrocampista Steve Hodge alza il pallone a campanile all'interno della propria area di rigore.
    Il portiere inglese Peter Shilton cerca di afferrare la palla ma con lui salta anche Maradona che devia il pallone con il pugno: gol. L'arbitro tunisino Ali bin Nasser convalida un gol che di fatto 'segna' la partita. La gara finirà 2-1 con un secondo gol regolare di Maradona considerato dalla Fifa il più bel gol di sempre. Quel giorno, in conferenza stampa, el Pibe de oro disse che quella rete era stata possibile "un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios". Successe il finimondo. Per questo, ovvero "per avere ucciso la lealtà sportiva e la correttezza della competizione" il 13 marzo Diego Armando Maradona subirà un 'fantaprocesso' a Genova organizzato dall'Associazione nazionale magistrati nell'ambito della rassegna 'Le illegalità apprezzate'.
    I due pubblici ministeri Andrea e Simone Vernazza (che in verità sono due avvocati), che hanno depositato oggi il decreto di citazione diretta a giudizio contestando a Maradona fanta-reati come la frode sportiva, l'istigazione alla disobbedienza delle leggi e l'omicidio volontario aggravato della 'lealtà sportiva' e della correttezza della competizione, avvaloreranno le loro tesi con le 'testimonianze' scritte di Hodge e di altri giocatori, con i filmati d'epoca e con esempi viventi di onestà sportiva. La difesa di Maradona è affidata a due 'avvocati' che nella vita comune sono due magistrati: i pm Antonio Lucisano e Francesco Pinto. A loro l'onere di difendere dalle 'fanta-accuse' colui che viene considerato assieme a Pelè e a Messi uno dei più grandi della storia del calcio. Non sarà facile, visto che il fantaimputato è reo confesso: nel 2008 infatti disse "Se potessi scusarmi e tornare indietro, lo farei, ma un gol è sempre un gol e grazie a quello l'Argentina ha vinto il Mondiale e io sono diventato il miglior giocatore al mondo".
    Gli organizzatori del fanta-processo genovese lanciano un appello a Maradona: "se può, ci mandi un messaggio - dicono - per dimostrarci che ha capito che anche una cosa come questa può servire a far parlare di legalità" 

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