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Italia-Albania, 10mila tifosi ospiti al Ferraris. Italia-Croazia 1-1, 16 tifosi croati arrestati. Aspettano convalida gip

Supporter da mezza Europa. Polizia e carabinieri blindano stadio

Sono oltre diecimila i biglietti venduti ai tifosi albanesi per la partita tra la nazionale italiana e quella della allenata da Gianni De Biasi che si giocherà domani allo stadio Luigi Ferraris di Genova, con incasso a favore degli alluvionati. I tifosi albanesi, oltre a quelli della nutrita comunità genovese, provengono dal Nord e Centro Italia ma anche da Svizzera, Francia e Germania. La questura ha predisposto un adeguato servizio d'ordine, visti anche i disordini di Serbia-Albania dell'ottobre scorso. Lo stadio, pur non ospitando una partita considerata a rischio per le sue finalità, sarà presidiato prima, durante e dopo la gara da circa 300 tra poliziotti e carabinieri, tra i quali 210 agenti di rinforzo provenienti dai reparti mobili del Nord Italia.

Italia e Croazia 1-1 in una partita di qualificazione per Euro 2016. Reti di Candreva e di Perisic nel primo tempo.

I tifosi croati, arrestati ieri notte per i disordini durante la partita Italia-Croazia, sono rinchiusi nel carcere milanese di San Vittore in attesa della convalida dei provvedimenti da parte del gip di Milano. Si tratta di 16 ultras (e non 17 come scritto in precedenza), mentre un minorenne è stato denunciato a piede libero. Il pm di turno Tiziana Siciliano inoltrerà a breve la richiesta di convalida degli arresti al gip che, dopo gli interrogatori di garanzia, dovrà decidere se confermare o meno il carcere per gli ultras, disponendo eventualmente anche la misura di custodia cautelare. I 16 ultras sono accusati, a vario titolo, di violenza e minacce nei confronti degli steward, addetti ai controlli dello stadio San Siro di Milano, e di lancio di oggetti pericolosi, come fumogeni. Accuse queste per cui il pm non ha potuto chiedere la convalida dei provvedimenti per direttissima, perché la competenza dell'eventuale processo spetta al Tribunale in composizione collegiale. "Prima della partita abbiamo sequestrato una cinquantina di razzi, quelli entrati al San Siro non sono stati sparati con pistole". Il questore di Milano Luigi Savina risponde così alle polemiche relative agli scontri avvenuti all'esterno dello stadio (a cui sono seguiti 16 arresti) e al lancio di fumogeni in campo durante la partita di ieri tra Italia e Croazia. "Le perquisizioni al varco sono personali e a contatto, non con scanner come negli aeroporti, per cui è difficile escludere con certezza assoluta che entrino oggetti pericolosi allo stadio - ha spiegato Savina - Del resto sarebbe impossibile controllare tutti. I razzi usati ieri, nello specifico, sono attivabili attraverso una miccia corta un paio di centimetri e non richiedono l'utilizzo di una pistola. Questo li rende più facilmente occultabili. È comunque da notare la capacità di reazione e di intervento della polizia". 

LA CRONACA DELLA PARTITA

Italia confermata con Darmian in difesa e Zaza-Immobile in attacco.  Interista Kovacic in panchina nella Croazia.

Possesso palla Croazia all'inizio.

Candreva porta in vantaggio gli azzurri all'11' riprendendo una respinta della difesa croata e battendo di destro dal limite dell'area.

 

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Perisic pareggia al 15' con un tiro che passa sotto la pancia di Buffon.

Doppia sostituzione  al 27'. Infortunato Modric tra i croati, entra Kovacic. Non ce la fa Pasqual tra gli azzurri, esordio per Soriano

Ammonito Kovacic tra i croati

47': Ranocchia salva sulla linea su colpo di testa di Olic dopo un'uscita di Buffon con sospetto fallo di Mandzukic.

52': entra El Shaarawi per l'Italia, esce Immobile.

Inizio 2/o tempo, predominio Croazia

63': fuori Zaza, dentro Pelle' per l'Italia

68': bella iniziativa di El Shaarawi e tiro di poco alto

73': fumogeni e petardi dal settore dei tifosi della Croazia 

76': partita sospesa al 76' per lancio fumogeni, cariche della polizia nel settore dei tifosi croati

Occasioni per El Sharaawi dopo la ripresa

Occasionissima per Perisic all'87'

Il cuore contro il talento. Risultato: Italia-Croazia 1-1. Il pari non va stretto alla nazionale di Conte, inferiore tecnicamente e dopo stasera ancora prima nella corsa a Euro 2016 pari merito con quella di Kovac: 10 i punti delle due nazionali, incalzate ora dalla Norvegia a 9. Il tabù azzurro che riporta indietro fino al 1942 l'unica vittoria sulla nazionale di Zagabria non è comunque infranto neanche nella notte di San Siro in cui gli ultrà biancorossi hanno provato a rovinare tutto con una tempesta di petardi in campo. L'arbitro Kuipers ha interrotto per oltre dieci minuti nel secondo tempo, facendo rientrare le squadre nello spogliatoio con un chiaro segnale: la partita e' stata a serio rischio di stop definitivo. Lo spauracchio di una sconfitta a tavolino e l'intervento della polizia italiano hanno fermato l'onda di follia croata, ma e' chiaro che ora la Uefa interverrà. Quanto ai 90' di gioco, a memoria azzurra e' difficile trovare una partita cosi' tanto in mano a un avversario dell'Italia a San Siro, come e' stata la sfida alla Croazia dai piedi buoni. Il risultato che pesa per Conte non è però il sessanta per cento di possesso palla dei croati, ma il pareggio finale. Strappato col cuore e con i denti, subendo l'iniziativa ma senza mai mostrarsi impauriti. Conte avrà il rammarico di quel pari di Perisic arrivato per una mezza papera di Buffon subito dopo il vantaggio iniziale di Candreva. Ma viste le premesse il bicchiere e' mezzo pieno, e non solo di pioggia. Le nubi su Milano si sono diradate e hanno portato via i timori sulla tenuta dal campo. Diecimila tifosi croati rispondono all'entusiasmo di tutto il Meazza, un pienone da derby, Mancini e Inzaghi osservano dalla tribuna. Alla prova del pallone il misto erba-sintetico risponde bene: la partita e' regolare. Ne soffre appena un po', sulla sinistra, il palleggio dei croati, schierati dal ct Kovac con Modric - il Pirlo dei croati - e Brozovic davanti alla difesa e tre incursori dietro la torre Mandzukic. Conte, a corto di difensori, non rinuncia al suo 3-5-2 e schiera tra i centrali un terzino, Darmian. De Rossi, assente Pirlo, e' il regista con Candreva spostato in posizione di interno a destra con Marchisio opposto. Gli esterni De Sciglio e Pasqual spesso scalano su una linea difensiva a 5. Zaza-Immobile restano corti per non dare spazio. Ma e' inevitabile, il possesso palla è della Croazia, in un'evidente superiorità tecnica cui gli azzurri provano a rispondere con la corsa. Modric e' padrone del campo e poco contrastato, due suoi tiri iniziali (6' e 9') impegnano Buffon e dicono che la Croazia vuole giocare al gatto e al topo. L'Italia prova a graffiare in ripartenza, Candreva si scalda con un cross e poi fa l'exploit: e' l'11', l'incursione di Zaza ribattuta e' trasformata dal centravanti in un assist per il destro da fuori che vale l'1-0: sorprendente ma non immeritato.

E' il primo gol azzurro del centrocampista Lazio e il primo subito dalla Croazia nel girone. Ma la nazionale non cavalca l'onda: appena 3' e un errore di Buffon sul bel movimento e destro di Perisic dal limite costa il pari. Esplicito l' 'auto-vaffa' del portiere per quel pallone sfilato maldestramente sotto la pancia. Ma visto che di sorte si parla, ecco che ci si mette l'infortunio di Modric a cambiar la partita, almeno sul piano tattico: al 24' la coscia sinistra cede mentre sta calciando, il regista Real crolla e tenta un coraggioso e inutile proseguimento ma deve uscire per Kovacic dopo essere di nuovo crollato. Cambia anche Conte, l'esordiente Soriano per Pasqual: Candreva va a destra come esterno e De Sciglio torna a sinistra. Il predominio croato in mezzo al campo non è più così netto, il possesso palla sì. Ma prima il cross di Candreva per la testa di Immobile (31') poi quello di Soriano per la battuta al volo che De Sciglio sbaglia mettono paura a Subasic tra i pali. Dall'altra parte Buffon è invece salvato da Ranocchia, appostato sulla linea al 46' per respingere il tap in di test di Olic dopo che l'uscita del portiere era stata contrastata da Mandzukic. Il copione della ripresa e' identico. Mentre la Croazia si tiene stretto il pallone, Zaza al 2' pecca di presunzione sparando un sinistro rasoterra inutile quando lo spazio si e' aperto, Mandzukic risponde con un colpo di testa bloccato da Buffon (6'). E' il momento di El Shaarawy per uno spento Immobile, mentre il milanista va a fare l'esterno di centrocampo Conte cambia anche Zaza con Pellè al 18': il suo compito è alzare il baricentro. L'effetto immediato c'e', El Shaarawy ne benefica e al 23' alza il destro che poteva valere il vantaggio. Arriva a quel punto la follia dei tifosi croati che rischia seriamente di far naufragare la partita: dura un quarto d'ora di stop per la tempesta di petardi lanciati dagli ultrà di Zagabria sul terreno di San Siro, che costringe l'arbitro Kuipers a rimandare le squadre nello spogliatoio e la polizia a intervenire e sgomberare i 300 scalmanati del settore più caldo. Quando si riprende e' comunque partita vera, nel quarto d'ora che rimane provano a vincerla tutte e due, ma è Perisic a mangiarsi il match ball al 41' su una palla persa dagli azzurri che fa infuriare Conte. Che si tiene ben stretti il pareggio e il coraggio della sua Italia.

Ultrà Croazia:ct Kovac,chiedo scusa a Italia e a tutti

''Ho chiesto scusa in campo all'Italia, ora lo chiedo a tutti: quanto successo coi nostri tifosi non è ammissibile. Il nostro popolo non è così''. Lo ha detto il ct della Croazia Kovac, dopo il fitto lancio di petardi - a giudicare dalla traiettoria anche con pistole lanciarazzi - degli ultrà biancorossi ''Sconfitta a tavolino? Non credo''.

Conte: 'Ho avuto paura stop definitivo'

''Ho avuto davvero paura che la partita potesse essere definitivamente sospesa'': lo ha detto Antonio Conte, commentando il fitto lancio di petardi degli ultrà croati che ha portato a un breve stop nel primo tempo e a uno lungo nel secondo. ''L'arbitro era molto determinato: se non avessero smesso, l'avrebbe chiusa''.

 

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