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Serbia-Albania sospesa nel caos Disciplinare Uefa apre un'inchiesta

Tra i tifosi protagonisti degli incidenti anche 'Ivan il terribile'

Finisce nel caos più totale a Belgrado Serbia-Albania, match valido per le qualificazioni agli Europei del 2016. Un drone con la bandiera della Grande Albania e una scritta inneggiante al 'Kossovo libero' scatena l'ira dei serbi. Un calciatore, Mitrovic, afferra i cavi e abbatte il velivolo. Scoppia il parapiglia. Lo scontro arriva ai piani 'alti' della politica, con l'intervento dell'Unione europea.

Per il premier serbo, Aleksandar Vucic, l'incidente allo stadio di Belgrado è stato una "azione organizzata con l'obiettivo di colpire la stabilita' in Serbia e nell'intera regione". "Le intenzioni degli estremisti albanesi erano di mostrare la Serbia come un Paese intollerante dinanzi alle diversita'", ha detto il premier citato dai media. "Attendo ora la reazione della UE ai cui rappresentanti qui a Belgrado solo tre ore prima della partita avevo detto che gli albanesi stavano preparando delle provocazioni e un grosso incidente", ha aggiunto Vucic.

"La politica non sia guidata dalle provocazioni da stadio, e per questo evidenziamo l'importanza della cooperazione regionale e la prevista visita del premier Edi Rama in Serbia dei prossimi giorni": così Maja Kocijancic, un portavoce dell'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton commenta quanto avvenuto alla partita Serbia-Albania. "Siamo delusi" per quello che è successo, afferma Kocijancic, che aggiunge: "Le autorità serbe hanno gestito bene la situazione". Riferendosi poi ad alcune notizie pubblicate dai media serbi, che parlano di un intervento dell'ambasciatore Ue all'aeroporto per il rilascio di alcune persone fermate, il portavoce tiene a chiarire: "l'Ue non ha avuto alcun ruolo".

Aperta l'inchiesta. L'Uefa indagherà su quanto accaduto nel corso di Serbia-Albania, match di qualificazione a Euro 2016 dove dopo l'apparizione di un drone con la bandiera della 'Grande Albania' sono scoppiati incidenti e la partita è stata sospesa. Come riporta il sito ufficiale dell'organo di governo del calcio europeo ''la partita del Gruppo I di qualificazione a Euro 2016 è stata sospesa dopo 42 minuti e segnalata alla Commissione Disciplinare, di Controllo e Etica Uefa''.

Ad innescare la miccia è stato un drone, piovuto sullo stadio, con la bandiera della 'Grande Albania' e la scritta 'Kosovo autoctono' poi abbattuto dal serbo Mitrovic.

A quel punto è iniziata la rissa in campo. "I ragazzi si sono comportati con dignità per difendere la nostra bandiera - sottolinea il biancoceleste. Hanno difeso il loro popolo, non può giudicare chi sta fermo. Non mi è piaciuto quello che ho visto allo stadio. Speravo che tutta la partita si potesse giocare fino alla fine e che, nel 2014, tra albanesi e serbi si potesse guardare avanti. Questa cosa non aiuta né una parte né l'altra. Ma devo dire che mi è piaciuta la correttezza che i giocatori serbi hanno avuto fin quando si è potuto giocare". Tare se la prende, invece, con la stampa, colpevole di aver 'caricato' troppo il match. "Tutto ciò che è successo è opera della stampa serba e albanese che prima della gara ha alzato molto la tensione con articoli inutili - spiega il ds laziale. L'albergo della squadra albanese era circondato dai blindati militari. Per uno che deve giocare una partita di calcio avere i blindati e 5-600 poliziotti armati in albergo, a livello psicologico, non è facile". Ma oltre a Tare, ieri c'era un bel pezzo di Lazio rappresentata a Belgrado: dal capitano albanese Cana, al portiere Berisha anche lui albanese, al serbo Djordjevic. I tre si ritroveranno oggi a Formello, dove è rimasto l'altro serbo (non convocato poiché infortunato) Basta. "Ci possono essere ripercussioni nello spogliatoio ? No - esclude categoricamente Tare -. Tra di loro hanno un rapporto ottimo, sono persone molto serie e perbene e non ci sarà nessun problema".

Il premier Albanese Rama "Uno spettacolo vergognoso"
"I nostri vicini hanno fatto una figuraccia davanti a tutto il mondo". E' questa la reazione su Twitter del premier albanese Edi Rama ai gravi incidenti avvenuti nello stadio di Belgrado mentre si giocava la partita di calcio Serbia-Albania, valida per le qualificazioni europee, che alla fine e' stata sospesa. Il Premier, il cui fratello Olsi è stato arrestato a Belgrado, dove stava assistendo alla partita, con l'accusa di essere stato l'ideatore della trovata del drone con la bandiera della Grande Albania e la scritta inneggiante all'autonomia del Kosovo, si congratula poi con i giocatori della nazionale albanese del ct Gianni De Biasi.

IL VIDEO DA YOUTUBE

"Sono fiero dei giocatori che, per quel che si e' disputato, hanno vinto sia con il gioco che con le occasioni", ha scritto Rama. "Dispiacere" e' stato espresso anche dal ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati, il quale in un suo messaggio, sempre su Twitter, ha scritto che "il calcio non dovrebbe esser ostaggio degli estremisti".

LA RISSA TRA I CALCIATORI - TUTTE LE FOTO

Gli incidenti nello stadio del Partizan, a cui avrebbe partecipato anche quell'Ivan Bogdanov protagonista del caos di Genova per Italia-Serbia del 2010, rischiano così di trasformarsi anche in un incidente politico. La prossima settimana Rama e' atteso in visita ufficiale a Belgrado, la prima di un capo di governo di Tirana dopo 68 anni.

IL DRONE SORVOLA LO STADIO - LE FOTO

Nelle strade della capitale albanese, dopo i primi momenti d'ira, migliaia di tifosi che seguivano la partita dalla tv, hanno festeggiato la semplice ipotesi di una condanna della Serbia da parte dell'Uefa e quindi dell'assegnazione all'Albania della vittoria a tavolino.

In un'invasione di campo un tifoso locale ha anche colpito con una sedia il giocatore albanese Balaj. Fra i supporter della Serbia che hanno invaso il campo a Belgrado c'era anche Ivan Bogdanov, detto 'Ivan il Terribile', ovvero uno dei capi ultrà che avevano capeggiato gli incidenti che, a Genova, portarono allo stop della partita Italia-Serbia del 2010. Proprio per questo Bogdanov aveva finito di scontare ad aprile un anno e 11 mesi di carcere. Ora foto pubblicate da alcuni 'media' serbi lo ritraggono fra gli invasori, nell'impianto del Partizan.  Orfi Rama, fratello del Premier albanese Edi Rama è stato arrestato  nei pressi della tribuna vip dello stadio del Partizan a Belgrado perche' sospettato di essere stato l'organizzatore della messa in scena. Orfi è stato poi rilasciato e sarebbe in viaggio verso Tirana. Ne ha dato notizia la Tanjug citando una fonte del ministero dell'interno serbo. La stessa agenzia cita l'emittente tv albanese News24, secondo cui Olsi Rama e altri tre albanesi sarebbero stati trettenuti per circa 40 minuti dalla polizia di Belgrado, prima di essere rilasciati. .

Il ministro degli esteri serbo, Ivica Dacic, ha duramente condannato l'incidente allo stadio di Belgrado che ha portato ieri sera alla sospensione della partita Serbia-Albania, parlando apertamente di "provocazione politica premeditata". "Una cosa del genere non e' mai accaduta in nessun campo di calcio. Attendo di vedere come reagiranno l'Unione europea e la Uefa, poiche' se fosse stato un serbo a far volare la bandiera della 'Grande Serbia' a Tirana o a Pristina, la cosa sarebbe gia' nell'agenda del consiglio di sicurezza dell'Onu", ha detto Dacic al quotidiano Blic. "Il tutto ha assunto una dimensione politica, e si tratta di una provocazione politica", ha aggiunto. "La Serbia non ha alcuna responsabilita' per la sospensione della partita", ha sottolineato il ministro degli esteri. Anche il ministro dello sport e della gioventu', Vanja Udovicic, e' intervenuto su quanto accaduto allo stadio di Belgrado, definendo l'incidente con la bandiera della 'Grande Albania' una "perfida provocazione di estremisti". Si e' trattato - ha detto - di un "brutale abuso dello sport da parte di estremisti albanesi".

Dopo la sospensione a Belgrado della partita, a Pristina, la capitale del Kosovo, migliaia di persone si sono riversate in strada per festeggiare, sparando petardi e scandendo 'Albania, Albania'. Caroselli di auto a clacson spiegati hanno attraversato a grande velocita' le strade del centro con bandiere kosovare e albanesi. Festeggiamenti anche nel settore albanese (a sud) di Kosovska Mitrovica, dove la folla inneggia all'Albania. Dall'altrta parte del ponte sul fiume Ibar, nel settore nord della cita' divisa, gruppi di giovani serbi si sono ammassati a osservare. La polizia kosovara e i militari della Kfor che presidiano il ponte hanno rafforzato il pattugliamento. C'e' tensione, ma per ora non vi sono stati incidenti.

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