ROMA, 12 NOVEMBRE 2014 - "Mi hanno trattato come un criminale". L'attaccante uruguaiano del Barcellona Luis Suarez parla cosi' della squalifica inflittagli dalla Fifa per il morso a Giorgio Chiellini al Mondiale nella sua autobiografia, intitolata "La mia vita. Luis Suarez", di cui ha parlato al quotidiano spagnolo Sport. Nell'apprendere del bando di quattro mesi dal calcio "non piansi perche' avevo di fronte il ct Tabarez", ricorda l'attaccante, che riconosce pero' di aver "sbagliato". "E' stata colpa mia, era la terza volta che mi e' successo e aveva bisogno di aiuto - spiega Suarez - anche se sono stato un facile bersaglio. Mordere spaventa un sacco di gente, ma e' relativamente innocuo... almeno negli incidenti di cui sono stato protagonista. Di certo, niente di paragonabile al mosro di Tyson a Holyfield". "L'uruguaiano ammette poi che avrebbe ugualmente firmato il contratto con il Barca anche se avesse contenuto una "clausola anti-morso", ma "per fortuna non avevano tale sfiducia in me". Il difficile, spiega, e' stato arrivare alla firma, perche' la sanzione gli impediva di essere coinvolto in attivita' legate al calcio. "Ho passato le giornate nascondendomi e cercando di evitare i paparazzi", rivela Suarez.