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Tavecchio, Tardelli lo difende: "C'e' un disegno contro di lui"

"Così non è più democrazia, che corazzata mediatica..."

"Contro Tavecchio c'è una corazzata mediatica allucinante. E' sotto attacco, ma il problema non sono le banane o qualche frase uscita male". La verità di Marco Tardelli sulla campagna elettorale per la presidenza Figc e la bufera che ha investito Tavecchio è semplice, secca: "Non lo vogliono e mi sembra un'ingiustizia perché ci sono le elezioni e si vedrà allora cosa succede. Però questo avvicinamento non mi piace, non è la maniera giusta, così non mi sembra più democrazia. Chiaramente c'è un disegno dietro". Un'obiezione c'è: Tardelli dice questo perché si aspetta di lavorare nella squadra di Tavecchio nel caso venisse eletto... "Ma io - replica l'uomo dell'urlo mundial - non ne so proprio niente e parlo così semplicemente perché credo in questi principi".

Quanto al programma del candidato, "Tavecchio ha fatto delle cose molto importanti alla guida della Lega dilettanti". La sua guida della Federcalcio sarebbe "una prosecuzione di quello che ha fatto sul campo, mi sembra un programma aperto alle riforme, alle novità, come questi centri di formazione federale che porteranno linfa al settore giovanile. Ma al di là di questo, credo sia giusto arrivare alle elezioni senza tanti discorsi, vedere chi vincerà e sapere poi nel tempo se è adeguato o no alla carica. Dopo tanti anni di esperienza io ritengo che Tavecchio sia adeguato. Albertini? E' il nuovo, come si dice - conclude Tardelli - vedremo chi lo voterà. Certamente non ha l'esperienza di Tavecchio ed una volta l'esperienza era importante: ora pare non più".

Albertini: 'Palazzo scricchiola'. Tavecchio: 'Riflessioni se non avro' consenso LegaPro'

Rush finale per la presidenza della Figc, Tavecchio sbotta"trattato come killer". Il punto

Una poltrona che scotta sempre di più tra polemiche, tattiche e interessi di sorta e due contendenti impegnati in una specie di guerra fredda a distanza a suon di dichiarazioni. Alla vigilia di una settimana densa di appuntamenti cruciali (lunedì 4 agosto l'assemblea della Lega Pro, giovedì 7 agosto si riunisce la 'B' e domenica 10 l'Aic) in vista dell'Assemblea elettiva della Figc dell'11 agosto, la corsa alla presidenza della federcalcio continua a dividere il mondo pallonaro del Bel Paese tra pro e contro Carlo Tavecchio, finito sulla graticola mediatica per la frase sui giocatori di colore 'mangiatori di banane'. Candidato ancora favorito che ha reagito con rabbia per il trattamento subito negli ultimi giorni: ''L'assassino di John Kennedy non ha subìto quello che ho subito io''.

Il tutto nel pieno di una specie di corsa a ostacoli tra il presidente della Lnd sostenuto anche dalle Leghe (con diverse defezioni tra i club di serie A) e Demetrio Albertini, portato avanti da allenatori e calciatori, che domani vivrà una prova importante con l'Assemblea della Lega Pro. Appuntamento a cui non parteciperanno i due candidati, ma che è particolarmente atteso per verificare la condivisione dei consensi sul nome di Tavecchio: "Davanti a un non consenso di una Lega importante si farebbero altre considerazioni - ha ammesso il n.1 della Lnd rispondendo ad una domanda su cosa farebbe se domani la Lega Pro gli ritirasse l'appoggio - E non a caso, non andrò all'assemblea per non influenzarli", ha aggiunto Tavecchio ribadendo di non avere "cambiali da pagare nè padroni". A Firenze domani non sarà presente neanche l'altro candidato Albertini a sua volta ha smentito con forza l'ipotesi di accordi in vista dell'elezione alla presidenza Figc: ''leggo di possibili accordi che mi riguardano. Non baratto nessuna poltrona per le mie idee - ha tuonato l'ex centrocampista del Milan e della Nazionale - Il palazzo del potere continua a scricchiolare. Tanti si stanno allontanando, rimangono le solite facce''.

Dietro ai due contendenti continuano le prese di posizione tra 'No Tav' e i fedelissimi di Tavecchio. A dire la loro due pilastri della Nazionale, uscita con le ossa rotte dal Mondiale in Brasile e causa indiretta del terremoto in atto. Se per lo juventino Giorgio Chiellini "Demetrio Albertini è la persona giusta" per cambiare il calcio italiano, per il romanista Daniele De Rossi ''in America, Francia e Inghilterra per cose così dopo un giorno ti fanno dimettere. Non giudico la persona perchè, come ha detto lui stesso, non è un razzista e sarà sicuramente così. Ma le parole che Tavecchio ha detto sono gravi''. Fermo sulla posizione a favore del n.1 della Lega Nazionale Dilettanti, l'amministratore delegato del Parma Pietro Leonardi: ''Per come il Parma è stato trattato in questi ultimi due anni, noi guardiamo ai fatti, non alle parole. I fatti sono che l'assemblea di Lega ha deciso una li linea e noi da quella linea non ci discostiamo, confermando il sostegno a Carlo Tavecchio''.

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