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Torino: ecco Europa League, 'dove storia ci impone essere'

Giovedì il debutto; Ventura, 'volontà è quella di crescere'

L'attesa sta per terminare. Vent'anni dopo l'ultima comparsa in una competizione europea, i tifosi del Torino stanno per rivedere la loro squadra del cuore in una gara internazionale. Giovedì a Stoccolma i granata debuttano contro il Brommapojkarna in Europa League. Un terzo turno preliminare abbordabile, almeno sulla carta, "il primo passo - come lo definisce il tecnico Ventura - per raggiungere quelle posizioni che la storia del Toro ci impone".

Orfano di Ciro Immobile, il capocannoniere che ha preferito il Borussia Dortmund, e con Alessio Cerci, l'altra star, inserito nella lista della spesa di tante big, il Toro non vuole fare la meteora. "La volontà è quella di crescere tutti insieme - osserva Ventura, ieri sera sul palco di Riscone di Brunico per la festa dei tifosi granata -; siamo orgogliosi di avere una grande tifoseria e spero che anche i tifosi siano sempre più orgogliosi di avere una squadra come questa". I preliminari di Europa League, sono quindi una "verifica", primo banco di prova per una delle squadre più attive sul mercato. Confermati i protagonisti dell'anno scorso, da capitan Glik al portiere rivelazione Padelli, dal nazionale Darmian al marocchino El Kaddouri, dal giovane Maksimovic al belga-marocchino El Kaddouri, sono arrivati giocatori d'esperienza come Molinaro, Nocerino e Quagliarella e stranieri di belle speranze come l'uruguaiano Gaston Silva, lo svedese Pontus Jansson, lo spagnolo Ruben Perez e il venezuelano Martinez. "Spero che la squadra arrivi all'Europa League con lo stesso entusiasmo con il quale abbiamo finito la scorsa stagione", è l'auspicio di Ventura.

La squadra si è allenata sull'erba sintetica, per simulare le condizioni che troverà a Stoccolma. "C'è grande voglia di ricominciare, nei vecchi come nei nuovi - assicura Darmian -; giocare partite a livello internazionale è bello e stimolante". Il terzino si è aggregato soltanto da una settimana alla squadra perché reduce dal Mondiale in Brasile. "Peccato per come è andata - commenta il giovane terzino - ma è stata senza dubbio una grande esperienza: cresci a livello personale, incontri giocatori importanti, e aumenta la consapevolezza nei tuoi mezzi". Una bella soddisfazione per chi è stato scartato dal Milan. "Sono andato via da Milano di comune accordo, non rimpiango nulla - sottolinea il giocatore granata - sono andato a giocare perché quella era una mia esigenza, sono cresciuto, sono arrivato qui e sono contento della scelta fatta". Le sirene del mercato hanno suonato anche per lui, ma non ha voluto sentirle: "Fa piacere l'interesse delle altre squadre, ma ho parlato con il presidente Cairo e sa come la penso...".

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