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Lega Pro: Ghirelli a Aic 'basta minacce, si riparte'

Lega Pro: Ghirelli a Aic 'basta minacce, si riparte'

'Costretto a rispondere a Calcagno, getta fango sui presidenti'

ROMA, 17 settembre 2020, 15:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mi vedo costretto a replicare direttamente all'Avv. Calcagno, dopo diversi confronti personali e con i suoi collaboratori che evidentemente dimentica, che continua imperterrito ad accusare e a gettare fango sui Presidenti di Lega Pro che si sono confrontati ed hanno democraticamente deliberato durante l'Assemblea di Lega il nuovo regolamento". Così il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli risponde al vicepresidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno, riguardo la ripartenza del calcio ai tempi del Covid: "Il 27 settembre - assicura Ghirelli - il campionato partirà regolarmente con le nuove regole che i presidenti democraticamente hanno votato in Assemblea a tutela degli interessi collettivi. Milioni di tifosi attendono di poter tornare ad avere uno squarcio di normalità in questa tragedia planetaria che da febbraio tutti noi stiamo vivendo. La gente vuole tornare a liberarsi dalle preoccupazioni per 90 minuti alla settimana gioendo per un gol. I presidenti stanno dando fondo a tutte le loro risorse per consentire ai calciatori di svolgere il proprio lavoro in sicurezza nonostante un protocollo economicamente insostenibile. Le accuse e le minacce non sono più accettabili. Il campionato partirà ed ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Sono certo che i calciatori faranno la cosa giusta senza danneggiare l'intero sistema".
    "Calcagno - attacca Ghirelli - ha una soluzione per risolvere ogni problema ed in particolare la crisi devastante che i nostri presidenti stanno attraversando: lo sciopero. Non far partire il campionato. Se i nostri presidenti non spendono anche quest'anno 11 milioni per tenere in tribuna quelli che lui definisce i calciatori veri, allora il campionato non parte. Non gli interessa nulla dei danni irreversibili sia economici che gestionali che un gesto tanto sconsiderato causerebbe anche a quei calciatori che proprio lui dovrebbe tutelare. Lo sciopero è certamente un diritto garantito ai lavoratori, ma quello che è altrettanto certo è che questa minaccia di sciopero non tuteli minimamente gli interessi della categoria dei calciatori e spero che molti di essi se ne rendano conto".
   

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