Alle giocatrici la possibilità di
scegliere a discrezione di poter contare o rinunciare ai caddy
durante l'emergenza sanitaria. Questa la decisione, che fa già
discutere, comunicata dal LPGA Tour di golf alle proettes del
massimo circuito americano del green verso il ritorno alle gare
previsto per il 23 luglio nell'Ohio con il Marathon LPGA
Classic.
Le protagoniste del tour potranno dunque avere la facoltà di
decidere di avere o no al loro fianco gli assistenti almeno fino
al termine della stagione 2020.
"Si tratta di una scelta temporanea, pensata anche per
proteggere quelle giocatrici che non hanno caddy fissi ma
saltuari, e che potrebbero sentirsi a rischio lavorando con
operatori e operatrici del settore sconosciuti e locali, a
seconda dei posti dove si giocheranno i tornei". Questa la
posizione del LPGA Tour, che non è affatto piaciuta a tanti
"portaborse" del settore. Per Les Luark, prima caddie di Ariya
Jutanguarn e ora al fianco di Lydia Ko, "così facendo si
permetterà a tante giocatrici di trarre un maggiore vantaggio
economico, contribuendo a mettere in difficoltà tanti
professionisti del settore che già in questi mesi non hanno
percepito alcunché per via dell'emergenza sanitaria. Sono
consapevole - ha sottolineato ancora Luark - che la stragrande
maggioranza delle giocatrici apprezzi il lavoro dei caddy e
tutto quello che fanno per vivere. Ma quella del LPGA Tour non
mi sembra davvero una scelta opportuna".
Che va nella direzione diametralmente opposta da quella adottata
dal LPGA of Korea Tour, tra i cinque principali circuiti di golf
femminile al mondo che, già dal KLPGA Championship, primo evento
post pandemia, non ha certo rinunciato ai caddy, tutti muniti di
mascherina.
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