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Mattarella: "Sport paralimpico avanguardia sociale del Paese"

Capo dello Stato a chiusura festival Cultura paralimpica

"Quando si abbatte una barriera, è un successo per tutta la comunità. Tanti pregiudizi sono stati superati grazie alla maturazione del nostro Paese. Il Festival registra tali avanzamenti, frutto di sacrifici ma anche di soddisfazioni e di medaglie. Lo sport paralimpico è avanguardia sociale del Paese". Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla cerimonia di chiusura del Festival della Cultura Paralimpica, svoltosi a Roma. "Il movimento è una testimonianza positiva nella comunità nazionale", ha aggiunto. "Oggi la disabilità è vista con occhi diversi rispetto al passato, grazie anche allo sport e l'affetto di tanti tifosi che vi accompagnano permetterà di fare altri passi in avanti", ha proseguito il Presidente della Repubblica rivolto ai tanti atleti paralimpici presenti alla cerimonia, al binario 16 della Stazione Tiburtina di Roma, che è stata la sede del festival. "Oggi la disabilità è vista con occhi diversi rispetto al passato, grazie anche allo sport e l'affetto di tanti tifosi che vi accompagnano permetterà di fare altri passi in avanti", ha proseguito il Presidente della Repubblica rivolto ai tanti atleti paralimpici presenti alla cerimonia, al binario 16 della Stazione Tiburtina di Roma, che è stata la sede del festival. "Non mancano difficoltà e ostacoli - detto ancora Mattarella -. Tanti disabili vorrebbero fare sport e non ne hanno la possibilità, altri non ci provano perchè sfiduciati. Bisogna riconoscere i progressi fatti ma anche i limiti da superare e i ritardi da recuperare" perchè "per liberare la forza che si ha dentro bisogna avere occasione per poterlo fare". "Lo sport è cultura, e lo è particolarmente il movimento paralimpico. Ed è una sfida alla società far maturare il Paese su questo fronte. Vorrei ringraziarvi, da parte mia e della Repubblica", ha continuato il Presidente, rivolto anche al presidente del Cip, Luca Pancalli, e del Coni, Giovanni Malagò, prima di chiudere facendo gli auguri ad un "movimento paralimpico che rimarrà sempre giovane".

Cip: termine ‘Paralimpico’ entra in vocabolario Trec - La lingua italiana si adegua al neologismo e si arricchisce di un nuovo lemma: "Paralimpico (o Paraolimpico)". In occasione della cerimonia di chiusura del Festival della Cultura Paralimpica, è stata annunciata la registrazione nel vocabolario Treccani. "Relativo alle paralimpiadi e agli atleti che vi partecipano", e "per estensione, relativo a una persona disabile che pratica una disciplina sportiva". Nella voce relativa, il termine "paralimpico" si riferisce anche ad "atleta che partecipa alle paralimpiadi" ed a "persona disabile che pratica una disciplina sportiva". A leggere la nuova voce innanzi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente alla cerimonia, è stata la campionessa della scherma Paralimpica Bebe Vio. "La registrazione di tale arricchimento - spiega Massimo Bray, direttore generale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana - vuole essere l'attestazione di un'avvenuto evoluzione, sì, ma anche i soprattutto un grande atto di fiducia: fiducia che il nuovo significato entrato nell'uso e la nuova sensibilità che lo accompagna siano conquiste definitive e non più negoziabili".

Pancalli a Mattarella, contribuiamo a crescita Paese - "Pezzettino dopo pezzettino anche noi stiamo contribuendo a un Paese più democratico, più equo e soprattutto più civile. Lo sport paralimpico regala il rispetto per le persone disabili. I nostri campioni sono agitatori di coscienze". Lo dice il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, rivolgendosi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di chiusura del Festival della cultura paralimpica a Roma. "Abbiamo voluto creare un festival della cultura paralimpica - ha specificato Pancalli - perché siamo fermamente convinti che lo sport è cultura. Il Paese è cambiato nell'uso delle parole, siamo passati da atleti 'minorati', 'paralitici', 'handicappati', ad atleti 'paralimpici'. Nelle parole c'è il cambiamento della civiltà, noi rappresentiamo un pezzo di welfare del Paese, un paese cresce quando cresce la cultura e non solo il Pil".
   

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