"Auspico che quando avremo la possibilità di schierare tre franchigie in Celtic League lo stadio Flaminio sia disponibile per il rugby perché è il miglior stadio che io conosca in Italia". Risponde così il presidente della Fir Alfredo Gavazzi sul grave stato di abbandono in cui versa lo storico impianto capitolino, inserito nel progetto dell'Olimpiade di Roma 2024 nel caso i Giochi venissero assegnati alla Capitale.
''Il Flaminio - continua Gavazzi - è stato il primo stadio per il Sei Nazioni, uno stadio che ha visibilità unica e sicuramente abbiamo bisogno di una casa a Roma perché lo sviluppo della nostra attività non può che passare attraverso una casa a Roma e quindi auspico che questo diventi lo stadio del rugby nel prossimo futuro".
Per rilanciare il Flaminio e far nascere a Roma una terza franchigia italiana per la Celtic League, Gavazzi rivela che la Fir è impegnata in un progetto con la Scozia. "La Federazione, il nostro movimento - afferma il presidente - ha bisogno delle franchigie che possano fare la Celtic League. Qualcuno mi dice che sono troppo pretenzioso, qualcuno mi dice che non abbiamo la quantità di giocatori di qualità che possano supportare un'altra franchigia. Però abbiamo dimostrato in Coppa del Mondo, e lo stiamo dimostrando adesso, che il selezionatore e il tecnico della Nazionale devono coinvolgere giocatori che giocano nel campionato di Eccellenza. Avere solo due franchigie è sicuramente una cosa poco gratificante e ci tarpa un po' le ali. Non possiamo competere con Galles e Irlanda quando gallesi e irlandesi hanno quattro franchigie e noi solo due. Per questo stiamo facendo un progetto con la Scozia, che a sua volta ha solo due franchigie, per far fare attività ad alto livello ai ragazzi dei nostri campionati, per giovani di 23-24 anni e dell'Eccellenza".
E Roma, nelle intenzioni di Gavazzi, deve avere la sua franchigia, magari riprendo il progetto dei Pretoriani messo da parte quando l'Italia preferì la soluzione degli Aironi.