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Da Ancelotti a Ranieri, va forte il made in Italy

Da Ancelotti a Ranieri, va forte il made in Italy

Trap, Capello e gli altri, quanti successi di tecnici all'estero

ROMA, 25 gennaio 2016, 18:33

Redazione ANSA

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Da Ancelotti a Ranieri, va forte il made in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA

Da Ancelotti a Ranieri, va forte il made in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA
Da Ancelotti a Ranieri, va forte il made in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA

Claudio Ranieri miete successi nella sua campagna d'Inghilterra, ma anche Francesco Guidolin promette bene. Premier all'italiana, come e' stato in passato per le incursioni vincenti di Mancini e Ancelotti. Perche', come dice un osservatore acuto come Gianluca Vialli, anche lui al timone del Chelsea da allenatore-giocatore, i tecnici italiani sono merce preziosa perche' sanno difendere. Se le carriere di giocatori italiani all'estero hanno avuto molti alti e bassi, per gli allenatori spesso e' stato epopea. Sara' perche' la scuola di Coverciano forma professionisti che sanno associare talento a preparazione, gavetta a creativita' con il bernoccolo della tattica, sara' perche' questo cocktail di fondamentali ed estro si sposa alla duttilita' di immergersi facilmente nelle nuove realta' con curiosita' ed astuzia.

Il Leicester e' l'intruso eccellente della Premier che combatte vittoriosamente coi budget milionari dei due Manchester, Arsenal, Chelsea, Tottenham e Liverpool. Ranieri, arrivato in punta di piedi, viene trattato da re, e almeno un posto in Champions sembra alla portata del suo gruppo compatto che supplisce con la tattica e il cuore alla superiorita' tecnica di tanti avversari. E per il tecnico romano, con alle spalle le positive esperienze con Valencia, Chelsea e Monaco, e quelle meno lusinghiere con Atletico e nazionale greca, puo' essere il suggello di una carriera esemplare in cui viene apprezzato anche per il suo tratto umano bonario e comprensivo.

E in quanto a popolarita' potrebbe affiancare quella di un altro ex blues, Gianfranco Zola. L'approccio di Guidolin allo Swansea sembra quello giusto, ma per lui il cammino e' solo all'inizio. Un altro allenatore che sta raccogliendo allori e' Gianni De Biasi che, dopo un'onesta gavetta, e' riuscito nell'impresa di traghettare la nazionale albanese per la prima volta alla fase finale del campionato europeo. Piano piano sta raccogliendo frutti anche il lavoro di Andrea Stramaccioni che, dopo un inizio negativo, sta riportando il Panathinaikos a lottare per il secondo posto in Grecia alle spalle dell'irraggiungibile Olympiacos.

In rampa di lancio e' pure il migliore tecnico italiano, Carlo Ancelotti, che dopo l'esonero al Real Madrid nonostante la decima Champions vinta per i blancos, sta scaldando i motori in attesa di raccogliere il testimone di Guardiola nel Bayern del prossimo anno. E dopo gli allori con Chelsea, Psg e Real sara' la quarta panchina illustre all'estero. Anche Alberto Zaccheroni e' pronto per ripartire, dopo l'esaltante cavalcare col Giappone: da pochi giorni e' in Cina al timone del Beijing Guoan.

Tecnici italiani con la valigia pronta ci sono sempre stati, a partire da Giuseppe Meazza nel Besikas nel lontano 1950, ma e' dall'esperienza positiva di Nevio Scala al Borussia nel 1998 che l'esodo e' cominciato sul serio, in particolare con Walter Zenga girovago nell'Europa sud-orientale. I successi veri ha cominciato a intascarli Trapattoni a partire dal 1994 :Bayern (con la celebre sfuriata con Strunz),Benfica, Stoccarda, Salisburgo e Irlanda. Ma l'approccio vincente lo hanno avuto soprattutto, (oltre ad Ancelotti) Mancini al Manchester City, Capello al Real (meno buono il lavoro da ct con inglesi e russi). Bene anche Spalletti allo Zenit, Maldini col Paraguay, Lippi in Cina al Guangzhou, Di Matteo vincitore di una Champions col Chelsea. Per tutti gli altri, a partire da Arrigo Sacchi, esperienze in chiaroscuro, spesso ai margini del calcio che conta. (ANSA)

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