Un messaggio ai tifosi, uno a tecnico e squadra. Dopo l'umiliante ko patito in Champions League, la Roma esce allo scoperto e per bocca del suo direttore generale, Mauro Baldissoni, chiede scusa alla piazza giallorossa. "Siamo molto dispiaciuti, abbiamo provato imbarazzo a Barcellona. Quella partita può essere definita solo imbarazzante - le parole del dg dalla radio ufficiale di Trigoria a distanza di tre giorni dal 6-1 griffato blaugrana -. Chiediamo scusa ai nostri tifosi e soprattutto a quelli che hanno viaggiato fin lì. Al Camp Nou la bandiera della Roma è stata tenuta alta da loro, alla squadra ciò non è riuscito". Nel mirino, quindi, Rudi Garcia e squadra, protagonisti di una pessima figura in mondovisione. Il tecnico francese non rischia il posto al momento ("è assurdo dover ripetere ogni settimana che non è in discussione" ricorda Baldissoni), ma a fine stagione un eventuale bilancio negativo poterà alla rottura anticipata del rapporto. "Allenatore e giocatori sono valutati per i risultati, ma non domenica dopo domenica - sottolinea il dg -. Il giudizio e le decisioni definitive sul futuro non possono cambiare ad ogni partita, non sarebbe serio e non è quello che intendiamo fare. Alla lunga ognuno sarà responsabile dei risultati che porterà". Risultati che al momento sono ancora alla portata della Roma. "Siamo una squadra che ha obiettivi importanti e raggiungerli sarebbe un ulteriore progresso e un miglioramento rispetto agli anni precedenti - rivendica Baldissoni -. Se dovessimo passare il turno in Champions, come crediamo sia possibile, e continuare a lottare per vincere in Italia, vorrebbe dire aver ancora migliorato il risultato tecnico". Prima di pensare a un luminoso futuro, tuttavia, bisogna fare i conti con un presente a tinte fosche. "Condivido la tristezza e la rabbia" che si respirano nella Capitale, spiega il dg rifiutando l'idea di un ambiente depresso. "Non c'è alcun motivo per deprimerci. Siamo più arrabbiati e consapevoli di prima. Questa squadra a volte ha cadute inattese, evidentemente il processo di maturazione che ci aspettiamo non è terminato - confessa -. Sono momenti di crescita, e ci tengo a dire che qui non c'è l'apocalisse, la disperazione, l'ultima spiaggia. Ci sono la necessità e la voglia di dimenticare una brutta figura che ci fa male e per la quale possiamo solo chiedere scusa. Poi andiamo in campo per raggiungere i nostri obiettivi". E la prima risposta arriverà domenica all'Olimpico: "Con l'Atalanta dobbiamo mettere in campo le nostre capacità tecniche, umane ed emozionali che non abbiamo fatto vedere a Barcellona. E la voglia di rivalsa. Così faremo sicuramente bene".