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Atletica, Schwazer: "La prima siringa di Epo? Nell'appartamento di Carolina"

Marciatore si confessa a Open Space. "Ho aspettato che lei andasse ad allenarsi e mi sono fatto la prima iniezione.Se uno bara una volta non è ladro sempre. A Pechino 2008 ero pulito"

 "A Pechino 2008 ero pulito, ci sono le analisi, avevo un valore del sangue più basso della norma. Ho dei valori del sangue molto bassi: negli ultimi 25 anni non più di 5 campioni olimpici, di tutti gli sport di durata, di tutte le nazioni, hanno vinto con valori del sangue più bassi del mio". E' un Alex Schwazer che si confessa a 360 gradi, e ribadisce di essere stato pulito quanto colse la vittoria più importante delle sua carriera, quello che parla ai microfoni di Italia 1, in un'intervista che verrà mandata in onda domani sera e di cui oggi è stata fornita un'anticipazione.

"Se ci sono campioni dopati? Sì - dice il marciatore altoatesino campione olimpico nei 50 km a Pechino ed escluso dai Giochi di Londra per una positività all'Epo -. Non dobbiamo illuderci che ci sia stato il mio caso adesso, 15 anni fa quello di Pantani e ora si riparte senza niente. Penso che sicuramente qualcuno si dopi, però penso anche che tanti vincono perché sono più forti degli altri". E lui perchè ha cominciato? Non aveva paura a farsi le iniezioni?

"Quando ho deciso di fare questa cosa non avevo più paura di niente - risponde Schwazer -. La prima siringa? Nell'appartamento di Carolina (Kostner, ndr) in Germania, ho aspettato che lei andasse ad allenarsi e mi sono fatto la prima iniezione di Epo". Poi l'ex carabiniere risponde a domande arrivate tramite il sito della trasmissione 'Openspace'. "Se mi mancano più le gare o Carolina? Le gare - dice -. Devo dire questo perché la nostra storia è finita, nella vita si guarda avanti e sono convinto che ognuno troverà la propria strada. Anche quando stavamo insieme, lo sport veniva sempre al primo posto, ci organizzavamo in maniera che l'attività agonistica dell'altro non venisse mai influenzata.

Ma perché Schwazer può tornare a gareggiare? Chi è per meritarlo? "Le regole parlano chiaro, non c'è una squalifica a vita da subito - spiega il marciatore - e se ci fosse la squalifica a vita a quest'ora sarei a casa con altre medaglie d'oro e mai mi sarei dopato. In tanti ritornano senza dare nessuna garanzia per dimostrare che dopo la squalifica sono puliti. Io sto facendo analisi settimanali e insieme tutte le persone che mi seguono stiamo facendo il massimo per dimostrare la trasparenza. Probabilmente molte persone non cambieranno idea sul mio conto anche dopo il mio ritorno, ma chi si intende della disciplina sicuramente lo farà, e più si andrà avanti e più lo capiranno".

Ma Schwazer pensa di poter vincere la gara olimpica di Rio 2016 anche senza prendere l'Epo? Un'eventuale debacle lo renderebbe un fallito? "Sarei molto più fallito se stessi a casa davanti al pc a scrivere commenti su cose che non conosco - risponde l'azzurro -. Io non torno per cercare di vincere una gara di paese, cercherò di andare forte nella gara più difficile e importante che c'è. È difficilissimo per tutti vincere l'Olimpiade, c'è il rischio che anche se dovessi arrivare secondo sarei un fallito, ma per chi se ne intende non è così. Perché per arrivare lì avrò fatto migliaia di chilometri a piedi in una cosa che ho odiato e ora non odio più. Sono convinto che tutti gli sportivi prima o poi passano dalla domanda 'Lo faccio o non lo faccio?', ma nessuno lo dice perché è un argomento tabù. Poi ci sono quelli bravi che resistono e vincono e quelli meno bravi, ma non si può dire che se uno ha barato una volta allora è un ladro sempre".

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