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Dopo Edin Dzeko, torna Benatia? Roma sogna con il suo bomber

Da Voeller a Pruzzo, bosniaco riaccende la voglia del gol

Mentre Salah si prepara al debutto con il Valencia, il popolo della Roma ha riservato ad Edin Dzeko un'accoglienza da top player, come non si vedeva da anni (VIDEO). Cori, bandiere, applausi, tutti per Edin Dzeko, sbarcato in serata all'aeroporto di Fiumicino per cominciare la sua nuova avventura alla Roma. E' bastato il suo arrivo a risvegliare l'entusiasmo dei romanisti come ai tempi di Batistuta. E non poteva essere altrimenti, visto che il centravanti acquistato dal Manchester City è l'uomo dei sogni, quello che con la maglia numero 9 sulle spalle dovrà trascinare a suon di gol la squadra di Rudi Garcia a quello scudetto che manca proprio dal primo anno nella Capitale del 'Re Leone'. 

"Quanto è bello il sole di Roma...". Poche parole postate sul suo profilo ufficiale Twitter, con allegata una foto, e Medhi Benatia scatena la fantasia dei tifosi giallorossi, subito pronti a sommergere il giocatore marocchino di messaggi d'amore. "Torna alla Roma" il refrain dei follower del centrale difensivo, ceduto lo scorso anno al Bayern Monaco, ma tutt'altro che dimenticato nella Capitale. Benatia si sta concedendo qualche giorno di relax a Roma assieme alla famiglia, e ieri ha partecipato alla cena con cui alcuni ex compagni (Pjanic, Ljajic e Nainggolan) hanno dato il benvenuto all'ultimo acquisto giallorosso, Dzeko. 

 

 

 

Da Voeller a Pruzzo, Dzeko riaccende voglia gol Roma (di Giorgio Svalduz) - Un bomber di statura internazionale atteso come un messia per trasformare una squadra di alto livello in un team vincente. Edin Dzeko nell'afosa estate 2015 ha avuto un assaggio a Fiumicino del calore delle truppe giallorosse, come Gabriel Batistuta ricorda ancora con i brividi che nel piu' temperato giugno 2000 venne osannato da 13 mila tifosi in estasi nella presentazione all' Olimpico.

La Roma ha metabolizzato i tre schiaffoni blaugrana in fretta proprio perche', accanto al quiz risolto sul transfer di Salah, si e' avuta l'ufficializzazione dell'arrivo del bomber bosniaco, il gigante dai piedi buoni amico di Pjanic, terminale atteso per i guizzi dai tanti funamboli che incrociano sulle fasce senza la cattiveria di un finalizzatore come lui, capace di portare allo scudetto Wolfsburg e Manchester City e alla storica qualificazione mondiale il suo piccolo paese. Ecco perche' i tifosi auspicano che Dzeko sia un talismano come Batigol (pagato quasi il doppio pur avendo due anni piu' del bosniaco), che con 20 gol timbro' lo scudetto della Roma di Capello 2001. Due attaccanti ricchi di gloria arrivati alla Roma al culmine della carriera (anche se il bosniaco deve riscattare una stagione negativa, quasi da emarginato al City) Sono sempre gli attaccanti col fiuto del gol ad accendere la fantasia e a catalizzare la passione dei tifosi.

Alla Roma in particolare dove c'e' una storia unica, quella che lega indissolubilmente da 22 anni alle legioni giallorosse Francesco Totti, capitano e simbolo che a 39 anni prova a duettare con Dzeko come fece in maniera impareggiabile con Batistuta. Ma l'ex Pupone, 243 gol in serie A e omaggiato da Bale e Messi come una leggenda del pallone, e' un prodotto del vivaio , come il goleador del primo scudetto, il 'fornaretto' Amadei, protagonista nel 1942 con 18 gol. Era gia' romanista da quattro anni invece l'idolo della curva Roberto Pruzzo, tre volte capocannoniere, autore del gol scudetto 1983 col Genoa.

Ma nel pantheon romanista vive la leggenda di altri attaccanti, meno vincenti ma che hanno segnato l'ultra ottuagenaria storia del club. A cominciare da 'Sciabbolone' Volk, il gigante fiumano strappato alla Juve emblema dell'epopea di campo Testaccio (e del 5-0 ai bianconeri tramandato da un film), 103 gol in 5 anni. Un idolo osannato agli albori del calcio, come il brasiliano Dino Da Costa che infiamma la fine degli anni '50 soprattutto per i suoi ripetuti gol alla Lazio. Pochi anni e il testimone viene raccolto da un argentino, 'Piedone' Manfredini (per uno scatto efficace del fotoreporter Brunetti all'arrivo notturno a Ciampino) croce e delizia dei tifosi, protagonista con 12 gol dell'unico successo europeo, la Coppa delle Fiere 1961.

Dopo Pruzzo la tifoseria torna a vibrare col tedesco che 'vola', Rudi Voeller, campione del mondo proprio all'Olimpico, con l'argentino Abel Balbo e con l'aeroplanino Vincenzo Montella che da' un notevole contributo di gol allo scudetto pur provenendo spesso dalla panchina. Tra gli altri attaccanti rimasti nell'immaginario collettivo alcuni campioni di lungo corso, come Charles, Nordahl e Prati, capaci comunque di lasciare il segno anche se a fine carriera. E poi ancora, nell'arco di svariate generazioni, l'argentino Guaita (goleador dei tornei a 16 e scappato per 1935 per paura della chiamata alle armi nell'Italia fascista) e, fra quelli oltre i 50 gol in giallorosso, Fasanelli, 'testina d'oro' Galli e Marco Delvecchio, un altro specialista dei derby. Ma il compito di Dzeko e' piu' impegnativo: produrre il salto di qualita' contro avversari, in Italia e all'estero, super agguerriti. Ma chi e' cresciuto schivando le bombe nella guerra in Bosnia, dimostrando poi ad alto livello di essere un campione, non puo' certo temere la pressione di un ambiente che lo aspetto con ansia ma non e' rinomato per avere pazienza.

 

 

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