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Giro, Van den Broeck e non solo, tutti contro Contador

Belga della Lotto punta successo,ma è derby fra Astana e Tinkoff

 Un terzo e un quarto posto al Tour de France, rispettivamente nel 2010 (per le squalifiche di Alberto Contador e Denis Menchov), ma anche nel 2012, 32 anni compiuti il primo febbraio, Juergen Van den Broeck è uno degli outsider del Giro d'Italia numero 98, che partirà dopodomani da San Lorenzo al mare, sulla fantastica Riviera dei fiori. Il belga gareggia con la maglia della Lotto ed è soprannominato 'De locomotief van Morkhoven', in fiammingo letteralmente 'la locomotiva di Morkhoven', in omaggio alla città natìa. E' schivo, riservato e coltiva un sogno: vincere una grande corsa a tappe. "Quest'anno ho partecipato alla Tirreno-Adriatico, al Giro di Catalogna, al Giro di Romandia, gare difficili, che mi hanno però dato chilometri e fiducia - spiega il belga -. Adesso spero di far bene al Giro d'Italia. Si tratta di una corsa difficile, ma molto affascinante". Alla quale Van den Broeck ha partecipato già due volte: nel 2007, vittoria di Di Luca, e l'anno dopo (unico successo di Contador), ottenendo un 74/o e un 7/o posto. "Spero di migliorare quest'anno, penso di potercela fare", osserva nemmeno troppo timidamente. Punta ai successi di tappa, invece, il 'suo' capitano Greipel.

"Sono felice di essere al Giro - spiega il tedesco - ho un legame affettivo con l'Italia, dove ho anche vissuto per un breve periodo. Il mio obiettivo è di entrare nella top ten, vincendo qualche tappa. Difficile indicare i rivali, vedremo giorno dopo giorno". In casa Astana, la fiducia si tocca con mano. Fabio Aru è sicuro e anche un po' ottimista; i suoi gregari, pure. Diego Rosa, Paolo Tiralongo, Mikel Landa lo scortano anche in conferenza stampa. "Speravo di avere il Giro del Trentino nelle gambe, invece quel problema fisico (Aru ha dovuto fare i conti con un fastidiosissimo virus che lo ha costretto a fermarsi) ha condizionato la parte finale della mia preparazione - racconta il leader della kazaka Astana -. Tuttavia sono consapevole di avere dato il massimo, in questi mesi. Siamo abbastanza motivati, la concorrenza è agguerrita e Contador vuole la vittoria, come del resto Porte e Uran. L'Astana è forte e lo ha dimostrato al Giro di Catalogna, restando sempre fra i primi".

E' un Giro che si presta a clamorosi rovesci, ai tranelli? "Qualsiasi giorno può essere buono per preparare una trappola - è il parere di Diego Rosa, un giovane con un grande futuro davanti, ma per quest'anno chiamato a 'scortare' Aru -. Sicuramente i complimenti mi fanno piacere, ma devo fare un po' di gavetta prima di credermi un campione. Sono qua con una squadra forte, sicuramente imparerò molto da questo Giro d'Italia". Paolo Tiralongo, da Avola (Siracusa), ma residente a Bergamo, conosce pregi e difetti di Contador, per essere stato alle sue dipendenze qualche anno fa, nell'Astana. Lui forse sa come poterlo battere. Vero? "Stiamo parlando di un campione, un corridore imprevedibile; anche quando, e se, si trova in difficoltà non lo capisci. Lui va avanti, continua a pedalare in perfetto stile. Certo, l'occasione di attaccarlo non mancherà, ma è importante farsi trovare pronti. Sicuramente, da qui a Milano, ci proveremo". Il derby fra la squadra che porta il nome della capitale del Kazakistan e la russa Tinkoff, dell'omonimo patron Oleg, è già cominciato. E gli altri rischiano di consolarsi con le briciole. O forse no.

 

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