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Lea Pericoli e i suoi 80 anni,'tennis amore di una vita'

Lea Pericoli e i suoi 80 anni,'tennis amore di una vita'

'Eravamo ragazzi senza una lira'. L'impegno contro il cancro

ROMA, 22 marzo 2015, 17:23

di Guido Di Giammatteo

ANSACheck

Lea Pericoli (S) e la tedesca Renate Ostermann © ANSA/ANSA/OLDPIX

Lea Pericoli (S) e la tedesca Renate Ostermann © ANSA/ANSA/OLDPIX
Lea Pericoli (S) e la tedesca Renate Ostermann © ANSA/ANSA/OLDPIX

La sua grazia, la sua bellezza, i suoi gonnellini vezzosi, la sua eleganza nel tennis e nella vita hanno incantato generazioni di italiani, e fatto strage di cuori. "Mi considero una donna estremamente fortunata perché ho avuto veramente tanto dalla vita", dice all'Ansa Lea Pericoli, che domenica 22 marzo compie 80 anni (ma la voce, al telefono, è quella di una trentenne). Una vita piena, ricca di interessi, dedicata allo sport, cui ha dato lustro, e a molteplici attività, spesso di aiuto al prossimo. Per un ventennio regina del tennis in Italia, alla cui diffusione e popolarità ha contribuito più di chiunque altro, è stata poi giornalista, commentatrice tv, scrittrice, attrice, paladina della lotta contro il cancro: malattia che ha sperimentato sulla propria pelle, e battuto.

"Il tennis mi ha regalato tantissimo, ho amato questo gioco al di là di tutto, è stato il grande amore della mia vita", confessa. Anche se ora la sua passione è il golf: "Da sempre rincorro una pallina", scherza. Tennis che è molto cambiato da quando, tra il 1955 e il 1975, Lea esibiva i suoi lob e le sue volées. "E' diventato, come tutti gli sport, più fisico", spiega, aggiungendo che, pur non intendendosi di calcio, ammira campioni del passato come Rivera ed Eusebio. Così rievoca quei tempi: "Eravamo dei ragazzi che giravano il mondo senza mai toccare una lira, come massimo si poteva avere un invito e il viaggio pagato". "Era un mondo completamente diverso, dove non esistevano gli allenatori, dove non c'era una lira, dove c'era tanta allegria, tanta voglia di vivere, tanta voglia di vincere ma anche la fame", ricorda. Tra le perle della sua carriera, "il record dei titoli italiani. Sono 27 volte campione d'Italia, ogni volta era un grande momento, una grande emozione", dice. E poi le sue famose tenute: "Mi sono fatta spazio anche grazie a questi vestiti molto particolari, stravaganti", racconta. Ma "con un vestito un po' osé non bisogna perdere, se no ti crocifiggono". Alcune sue 'mises', disegnate dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra. A quale delle 'colleghe' di oggi si sente più vicina? "Sarebbe ingiusto fare paragoni - risponde - ma se avessi avuto una figlia avrei voluto essere la mamma della Pennetta, perché adoro la Pennetta. E' una ragazza piena di fascino, aggraziata, femminile. Gioca un tennis bello, dinamico". E, in generale, nel circuito, "le donne sono più belle di un tempo, le belle sono tantissime. Prima ce n'era una su 50, ora sono tante, tante".
 
Lea 'perdona' gli azzurri e le azzurre eliminati quest'anno nel primo turno di Coppa Davis e Fed Cup: "Sono ragazzi che hanno ottenuto talmente tanto, fatto talmente tanto che una piccola scivolatina ci sta. Per me è un peccato veniale". Capitolo importante, la lotta contro il cancro. "Sono 40 anni che mi batto", sottolinea la Pericoli, che nel 1973, sei mesi dopo l'operazione per un carcinoma, riconquistò il titolo italiano. Così ricorda l'inizio del suo impegno: "Veronesi (il professor Umberto, ndr) venne da me e mi chiese se volevo fare da testimonial, perché nessuno osava pronunciare la parola cancro". La sua motivazione? "Se salvo una sola persona grazie a quello che ho fatto, con il mio impegno - che per me è un dovere - allora sono felice, realizzata".

"Ho una grande riconoscenza per la vita - insiste -, per tutto quello che mi ha dato". Compreso l'affetto della gente.
 "Mi sento molto viziata da tutti. Io abito a Montecarlo, però quando vengo a Milano, quando cammino per strada, un sacco di donne mi sorridono, mi fermano. Si vede che ho lasciato un buon ricordo, e questo mi rende molto orgogliosa", spiega. Per domenica gli amici le organizzeranno a Roma una grande festa di compleanno: "Non voglio fiori, non voglio regali.
Chiedo a quelli che vengono di mettere una busta anonima con dentro quello che vogliono - anche 5 euro, anche un euro - per i bambini malati di cancro". La sua ennesima prova di generosità. Auguri 'divina' Lea, 80 anni portati con eleganza. 

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