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Milan crisi infinita, Inzaghi appeso a Coppa Italia

Milan crisi infinita, Inzaghi appeso a Coppa Italia

Squadra in ritiro e svolta congelata, per futuro idea Spalletti

25 gennaio 2015, 21:36

Redazione ANSA

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MILAN; ORGOGLIO INZAGHI 'BASTA GOSSIP, QUI GRANDE AMBIENTE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

MILAN; ORGOGLIO INZAGHI  'BASTA GOSSIP, QUI GRANDE AMBIENTE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
MILAN; ORGOGLIO INZAGHI 'BASTA GOSSIP, QUI GRANDE AMBIENTE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sopravvivere in coppa Italia per resistere sulla panchina del Milan. Non può fare altro Filippo Inzaghi, perché la crisi profonda della sua squadra lo ha portato a un passo dall'esonero, che potrebbe aprire una transizione con Mauro Tassotti come traghettatore verso il prossimo allenatore. Una corsa che vede Luciano Spalletti in pole. Tutto è congelato fino a martedì e nel frattempo, dopo un pomeriggio di libertà, a Milanello sono tutti in ritiro con un giorno di anticipo per provare a compattare l'ambiente in vista della seconda sfida in quattro giorni con la Lazio. La prima, ieri, ha messo in ginocchio i rossoneri, facendo emergere tutti i limiti di una squadra in crisi di nervi. Come dimostrato dalla scellerata aggressione a Mauri di Mexes, che rischia una pesante squalifica in campionato (oltre a una sicura multa dal club). Il prossimo incrocio con la Lazio (senza Bonaventura, ko per un trauma all'articolazione della clavicola sinistra e con El Shaarawy in dubbio per una contusione al piede destro) vale un posto in semifinale di coppa Italia, l'ultima strada percorribile per tornare a giocare fuori dai confini nazionali, in Europa League.

E fallire anche questo traguardo può costare il posto a Inzaghi. Rientrata nella notte da Roma, la squadra si è allenata in mattinata e dallo spogliatoio filtra la sensazione che un'altra sconfitta avrebbe effetti traumatici. La situazione assomiglia molto a quelle vissute negli ultimi dodici mesi quando si avvicinava il capolinea di Allegri e Seedorf, che è a libro paga fino al 2016. Già sconfortato dalla sconfitta di una settimana fa con l'Atalanta, è facile immaginare che Silvio Berlusconi sia di umore nero. Nulla è ancora deciso, ma il presidente è in costante contatto con Adriano Galliani. L'ad intanto ha smentito un diverbio all'Olimpico con il presidente della Lazio Lotito. "Claudio è un amico, non ci può essere alcuna lite", ha tagliato corto.

Entrambi speravano che a Roma si interrompesse una crisi che molto probabilmente va oltre l'inesperienza di Inzaghi. Al debutto in Serie A, l'ex attaccante ha subito restituito entusiasmo all'ambiente ottenendo sacrificio in campo dalla squadra, ma alle prime difficoltà i rossoneri hanno smesso di correre più degli avversari. E sono venuti fuori i limiti di una rosa che, al di là degli elogi presidenziali, ha profondi limiti tecnici e atletici. Fra le insicurezze dell'allenatore (troppe formazioni cambiate, sostituzioni non sempre convincenti, come la gestione di Pazzini e altri giocatori), il deludente rendimento dei giocatori più rappresentativi (De Sciglio, El Shaarawy, Montolivo) e problemi cronici (in difesa sui calci piazzati) la situazione è quasi a un punto di non ritorno. Il terzo esonero in un anno sarebbe un evento epocale per il Milan, nonché grave per le casse del club. Non abbondano le alternative. L'idea che più tenta Berlusconi è Spalletti (non trova conferme la voce secondo cui il presidente avrebbe assistito con lui davanti alla tv alla disfatta di Roma), svincolato dallo Zenit San Pietroburgo dopo l'esonero di dieci mesi fa. Oppure Cesare Prandelli, reduce dai flop con la Nazionale e il Galatasaray. Ma al momento, in caso di svolta, per vari motivi la soluzione più quotata pare quella interna, con la promozione di Tassotti fino a giugno, quando le alternative potrebbero aumentare. Ma fino a martedì il compito dello storico vice rossonero è aiutare Inzaghi a resistere.

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