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Sanremo: Dalla ballata di Patty a Elio contro la banalità - LE PAGELLE DEI BIG

Stadio toccanti, Noemi convince, Rocco Hunt hit annunciata

di Paolo Biamonte

Ecco le canzoni del girone Campioni del Festival di Sanremo nell'ordine in cui sono state ascoltate dalla stampa alla Rai di Milano.

Patty Pravo – “Cieli Immensi” – Giusto che salga sul palco del festival per celebrare i 50 anni di carriera. Il brano è una ballata melodica, con tonalità basse e un “Bridge” impegnativo che terrà col fiato sospeso i fan della Patty (e non solo). 6

Clementino – “Quando sono lontano”. Assecondando le nuove tendenze, anche Clementino vira verso il pop, puntando più sulla melodia che sull'energia. 5

Dolcenera - “Ora o mai più” (le cose cambiano) – Un 6/8 dalle radici blues tipico del repertorio di una cantante che esibisce il suo temperamento e che qui usa il Soul per poter sfoderare gli acuti. 5

Alessio Bernabei - “Noi siamo infinito” - L'ex cantante dei Dear Jack va da solo e può contare sulla frase “la mia pelle è corteccia” che può rivaleggiare con l'indimenticabile “in tutti luoghi e in tutti i laghi” di Scanu. Squisitezze linguistiche a parte, il brano è un pop dance che ricorda da vicino Nek. 5

Stadio - “Un giorno mi dirai” - Una bella canzone elegante, come sempre interpretata con elegante intensità da Gaetano Curreri. Il testo è il toccante racconto di un rapporto padre-figlia. 7

Annalisa - “Il diluvio universale” - Annalisa è uno dei talenti più sicuri del nuovo pop italiano. Qui veste di elettronica una ballata che segue alcuni schemi tipici dei cantanti della sua generazione. In più nel testo, il cui clima è riassunto in “stasera rimango a casa a cucinare la vita come un piatto del buffet”, compare la parola “puttana”, un segno del tempo che passa (in 4/3/1943 i ladri e le puttane divennero la gente del porto ...). 6

Neffa - “Sogni e nostalgia” - Ci sono anche la sabbia e i cieli blu in questa ballata dal sapore quasi folk che deve tantissimo a Celentano. 5

Valerio Scanu - “Finalmente piove” - Rivitalizzato da “Tale e Quale Show”, Scanu torna al festival e dal suo nuovo mentore Carlo Conti. Nel brano, che segue le regole della nuova melodia sanremese, si sente lo stile arrabbiato del suo autore, Fabrizio Moro. 5

Noemi – “La borsa di una donna” - Al primo ascolto il pezzo migliore, pieno di sfumature, con una struttura originale priva del classico ritornello e una tessitura cucita su misura sui toni rugosi della voce di Noemi. Scritto da Marco Masini, il testo è un bel ritratto dell'universo al femminile visto attraverso gli oggetti che riempiono le borse. 8

Zero Assoluto - “Di me e di te” - C'è “l'amore che fa a pugni senza guanti” in questa canzone leggera e innocua con qualche accenno dance. 5

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - “Via da qui” - Il pezzo lo ha scritto Giuliano Sangiorgi che, è difficile dire se la cosa sia voluta, in certi passaggi, nella ripetizione di “via da qui” ricorda addirittura “Stormy Weather”. Dal punto di vista vocale è piuttosto difficile: c'è solo da sperare che i due ragazzi non lo trasformino in un combattimento di ugole. 6

Dear Jack - “Mezzo respiro” - C'è un chiaro debito nei confronti di Tiziano Ferro. Nella ricerca del pop ad alta intensità si avverte lo sforzo di prendere strade diverse rispetto al passato con cui comunque, (per una coincidenza?) fanno i conti subito, visto che in gara c'è Alessio Bernabei. 5

Bluvertigo - “Semplicemente” - Morgan (che è l'autore) ha resistito alla tentazione del “famolo strano”. C'è un curioso mix di Progressive classico ed elettro pop che nasconde dissonanze non banali. “Anche un fatto da niente attraversato dalla corrente nello spazio e nel tempo nasce piccolo infinitamente poi diventa troppo importante” è il refrain con cui Morgan affronta il ritorno a Sanremo dopo la clamorosa esclusione di qualche anno fa. 6

Lorenzo Fragola - “Infinite volte” - E' tutto costruito su quel concetto di cantabilità che negli ultimi anni ha portato alla vittoria al festival. E per non sbagliare c'è anche il cambio di tonalità finale. Tra i favoriti della vigilia. 6

Irene Fornaciari - “Blu” - Ennesimo tentativo di lanciare una carriera mai decollata. Blu non sembra avere un'identità spiccata rispetto all'atmosfera generale: si nota nel testo “una donna in mezzo al mare vestita di blu, la prende in braccio un pescatore bello come Gesù e nel suo sguardo si arrende l'amore purissimo”. 5

Enrico Ruggeri - “Il primo amore non si scorda mai” - Per il suo ritorno al festival, come rappresentante della canzone d'autore, Ruggeri presenta un curioso mix tra pop elettro sinfonico e un ritornello con qualche eco di “It's The End Of The World” dei REM. 6

Francesca Michielin - “Nessun grado di separazione” - La Michielin è una delle nuove realtà del pop italiano, un'artista in crescita che cerca soluzioni non banali anche se punta molto sull'orecchiabilità. 6

Rocco Hunt - “Wake Up” - Una hit annunciata, una scossa di energia, destinata a risaltare ancora di più in confronto al clima generale. Un testo con incursioni nel “napolitanenglish” per descrivere la rabbia giovanile cantato da un ragazzo che genera empatia con la naturalezza con cui improvvisa il free style. 7

Arisa – “Guardando il cielo” - “Prima di dormire io che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio” canta Arisa che applica alle canzoni lo schema dei franchise cinematografici: dividere in più capitoli lo stesso racconto. 5

Elio e le storie tese – “Vincere l'odio” - Le canzoni che portano al Festival sono cura per difendersi dalla banalità. Si dice che per vincere a Sanremo (loro hanno “quasi vinto” con “La Terra dei cachi”) ci vuole il ritornello? E gli “Eli” portano un brano fatto solo da ritornelli, completamente diversi l'uno dall'altro. E solo l'acuto finale, che cita “Perdere l'amore” è la chiave per capire che anche il titolo è tutto da ridere. Irresistibile. 8

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