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Referendum Costituzionale: Via libera al quesito. Rush finale per sostenitori Sì e No

Bocciato anche il ricorso del Codacons. La Farnesina: "Basta notizie false sul voto estero"

Via libera del Consiglio di Stato al quesito referendario. Con l'ordinanza n. 5334, pubblicata oggi, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar del Lazio con la quale era stato dichiarato inammissibile il ricorso riguardante la formulazione del quesito referendario da sottoporre al voto degli elettori il 4 dicembre 2016. In particolare i magistrati di Palazzo Spada hanno ribadito il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo nella materia. Intanto i sostenitori del Sì e del No sono al rush finale in vista del voto di domenica. Renzi, dopo aver incassato il Sì di Romano Prodi, sottolinea che "Se vince il No restano 950 poltrone". 

Il leader del Movimento Cinque stelle invita ancora una volta a votare "con la pancia" e attacca: "Denunceremo Renzi per abuso di credulità".

Nel frattempo la Cassazione ha dichiarato "il difetto assoluto di giurisdizione" per quanto riguarda il decreto con il quale il Presidente della Repubblica, lo scorso 27 settembre, ha indetto il referendum sulla riforma costituzionale. I Supremi giudici condividono quanto già stabilito dal Tar del Lazio che ha ritenuto l'atto di indizione non soggetto a "sindacato giurisdizionale" perché non è un "atto amministrativo". Il ricorso sul regolamento preventivo di giurisdizione era stato presentato dal Codacons. Le sezioni unite, sbarrando la strada a questo ennesimo ricorso del Codacons, spiegano che il decreto di indizione del referendum non è un atto contestabile perché si tratta di una "attività procedimentalizzata e vincolata, volta alla realizzazione della verifica referendaria, indispensabile per la ultimazione del processo di revisione costituzionale, in cui l'opera dei poteri dello stato è connessa e interdipendente". Per questi motivi l'atto di indizione e tutta la materia oggetto dell'operato dell'ufficio centrale per il referendum "sfugge" al controllo giurisdizionale "tanto del giudice amministrativo che del giudice ordinario".

Intanto la Farnesina sottolinea, in una nota, la "professionalità e l'assoluta imparzialità" della rete diplomatico-consolare sul voto per il referendum. E "diffida dal divulgare notizie false che possano risultare offensive e diffamatorie verso il personale del Ministero e gli italiani all'estero. Segnalazioni prive di fondamento sono state riprese da organi di stampa, che in un caso hanno addirittura diffuso la notizia, del tutto infondata e che la Farnesina smentisce categoricamente, di un documento che invita la rete diplomatico-consolare alla 'mobilizzazione generale per il sì". "In merito alle molteplici notizie apparse in questi giorni su media e social media in relazione alle operazioni di voto all'estero, la Farnesina - nella nota - spiega che "come seguito degli incontri alla Farnesina del 23 novembre scorso, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha dato risposta a diverse segnalazioni provenienti dai Comitati referendari. Perlopiù si è trattato di segnalazioni prive di fondamento generate da commenti circolati sui social media, come ad esempio il caso di presunti 'non cittadini' che avrebbero ricevuto il plico elettorale (si trattava invece di cittadini italiani), o la possibilità di brogli derivanti dall'assenza di timbro sulle schede elettorali, mentre è la stessa legge a prevedere che la scheda referendaria non debba essere né firmata né timbrata dal Consolato". "Relativamente ad immagini fotografiche che riproducono schede elettorali su cui è manifesta la scelta dell'elettore, la Farnesina ricorda che chi viola le disposizioni in materia (secondo cui il voto è personale e segreto) è punito a norma di legge, come richiamato nel foglio informativo contenuto nei plichi elettorali inviati ai connazionali all'estero". Circa poi "specifici casi di denunce relative a plichi non pervenuti e schede smarrite, la Farnesina ha a suo tempo chiarito che, in caso di mancata ricezione del plico entro il 20 novembre scorso, gli elettori all'estero hanno potuto richiederne un duplicato all'Ufficio consolare di riferimento".

 

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