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Referendum
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Referendum, il Tar del Lazio decide sul ricorso di M5s

La richiesta è quella di annullare l'indizione della consultazione

Redazione ANSA ROMA

Giornata clou per il destino del referendum costituzionali. Oggi il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi sul ricorso di M5s e Sinistra Italiana contro il quesito. Sono una decina gli avvocati che dovranno discutere; ad affiancare i ricorrenti c'è anche il Codacons, mentre c'è anche un atto d'intervento da parte di un cittadino con il quale c'è la formale opposizione al ricorso, e poi interverrà anche l'Avvocatura dello Stato in rappresentanza di Quirinale, Palazzo Chigi, Ministero dell'Interno e Ministero della Giustizia. L'udienza è durata circa tre ore. "Abbiamo ribadito - ha dichiarato l'avvocato Giuseppe Bozzi, legale dei ricorrenti - che sono stati violati i diritti costituzionali sull'espressione di un voto consapevole e informato così come stabilito dalla Costituzione. Adesso siamo in attesa della decisione del Tar".

La richiesta è quella di sospensione del decreto della presidenza della Repubblica del 27 ottobre con il quale è stata disposta l'indizione del referendum. Tre sono le possibilità di decisione: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito oppure dichiararsi incompetente sulla materia. 

IL RICORSO AL TAR -  Sinistra Italiana ed M5s hanno fatto ricorso contro il quesito referendario. A parere dei ricorrenti, infatti, "il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del Governo che ha preso l'iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale". Il ricorso al Tar Lazio è dunque contro il Decreto del Presidente della Repubblica con cui, indicendo il referendum per il prossimo 4 dicembre, "è stato tra l'altro stabilito il quesito che dovrebbe comparire sulla scheda di votazione". A presentarlo sono stati gli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l'incostituzionalità dell'Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il NO e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Vito Claudio Crimi (M5S) e Loredana De Petris (Sinistra Italiana-SEL). 

LA REPLICA DEL COLLE - In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario, negli ambienti del Quirinale si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall'art 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento.

RENZI: 'PREVISTO DALLA LEGGE' - "Questo quesito è quello che la legge prevede per la riforma costituzionale", dice Matteo Renzi, che ha puntato più volte sulla necessità di affrontare la questione nel merito e non attraverso slogan, ribadendo che ora ci sono persone che dicono che il quesito è sbagliato "ma è quello che prevede la legge" e su quello sono state raccolte le firme da entrambi i fronti. "Mi sono convinto - ha concluso - che si possa fare un dibattito serio sul futuro del Paese che è più importante del mio futuro".

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