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Elezioni, Tajani: 'Italiani si daranno governo stabile'

Juncker: 'Sull'Italia frainteso, non sono preoccupato'

Redazione ANSA

Nuova precisazione del presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker sulla vincenda del post voto in Italia. "Sono stato frainteso, non sono preoccupato" per l'Italia. Così il presidente ha risposto alle domande dei giornalisti dopo che ieri aveva detto di temere per l'esito del voto in Italia.

"Juncker ha chiarito la sua posizione. Ora bisogna lasciare gli italiani liberi di decidere. Sono convinto che si daranno un governo stabile. Mai sottovalutare l'intelligenza del popolo italiano". Così il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani durante la conferenza stampa svoltasi dopo il suo intervento al vertice informale Ue.

Già in mattinata il premier Paolo Gentiloni aveva chiuso il caso. "Mi sembra che Juncker abbia già chiarito ieri con la sua dichiarazione la realtà e le sue posizioni": cosí il premier Paolo Gentiloni all'uscita della riunione dei socialisti Ue, sulle parole del presidente della commissione Ue Juncker. Ieri questi aveva detto di temere per l'esito del voto in Italia, e in particolare un "governo non operativo". Dopo la replica del premier italiano ('I governi sono tutti operativi'), Juncker aveva successivamente garantito 'piena fiducia al governo' che verrà.

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La conferenza sul Sahel è stata "molto importante per confermare l'impegno comune Ue in Africa" perché solo con la cooperazione con questi paesi e con il loro sviluppo "potremo contrastare il terrorismo e le cause dei fenomeni migratori. Questo è il modo migliore per lavorare insieme e battere le posizioni populiste e antieuropee": così il premier Paolo Gentiloni in una dichiarazione congiunta con Merkel e Macron.

Sui timori espressi dal Presidente della Commissione Europea è intervenuto anche il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda secondo il qualke le sue parole "sono comprensibili, poi magari se non si dicessero sarebbe meglio".  "Certo c'è un tema che riguarda il post-4 marzo, però è anche chiaro che l'esercizio della democrazia è questo e l'importante è che si vada a votare, senza condizionamenti. Altrimenti sembra che tutto sia condizionato da fuori". "Ma penso che sia meglio evitare in assoluto nei momenti elettorali che appartengono alla vita di un Paese, ogni commento da fuori. Certo la Commissione Ue avrà le sue preoccupazioni, perché L'Italia è parte dell'Europa. Siamo in un'area comune, ma per me sarebbe meglio non commentare".

SEcondo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi "le istituzioni europee non devono entrare nei problemi elettorali dei Paesi membri ma non mi sembra che Juncker abbia detto una cosa fuori luogo, ha solo detto di sperare che l'Italia si dia una maggioranza e un governo e in effetti la situazione peggiore é che il voto non porti a una maggioranza e si debba ritornare subito a votare". Intervistato a Coffee Break su La 7, Berlusconi ha osservato che "sicuramente se non ci fosse una maggioranza le Borse avrebbero un regresso e questo farebbe male a tutti. Sono sicuro che noi avremo una maggioranza e daremo vita a un governo per fare ripartire l'Italia".

Allarme Ue in vista del voto del 4 marzo. "C'è un inizio di marzo - aveva detto ieri il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker - molto importante per l'Ue. C'è il referendum Spd in Germania e le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l'esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell'Spd". 

Per Juncker "dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un Governo non operativo in Italia". Assieme all'incertezza in Spagna, é possibile "una forte reazione dei mercati nella seconda metà di marzo, ci prepariamo a questo scenario". Più tardi, anche dopo la reazione dei mercati, il presidente della Commissione Europea corregge il tiro: "Le elezioni sono un'occasione di democrazia. E questo si applica anche all'Italia - un Paese a cui mi sento molto vicino. Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto. Qualunque sarà l'esito elettorale, sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro". Il premier Paolo Gentiloni gli aveva già replicato a stretto giro: "Lo tranquillizzerò, i governi tra l'altro sono tutti operativi, i governi governano".

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LE REAZIONI -  "Juncker dice quello che dicono tutti i commentatori. Del resto, è intervenuto anche su Brexit e sulla Catalogna. Non è che stiamo facendo una grande figura di serietà...". Lo afferma Emma Bonino di +Europa a CorriereTv commentando e affermazioni del presidente della Commissione Ue. "Se riusciamo - sostiene - a convincere una parte consistente del mare di astensionisti il 5 marzo può esserci una sorpresa nonostante una legge elettorale fatta perchè nessuno avesse una maggioranza". 

"A Juncker diciamo che non si deve mai avere paura del voto dei cittadini. La sovranità appartiene al popolo, come recita la nostra Costituzione. Visto il ruolo che ricopre, consigliamo al Presidente della Commissione di evitare dichiarazioni che appaiano come vere e proprie ingerenze nella vita politica di uno dei Paesi fondatori dell'Unioni europea. Meritiamo rispetto. La politica dei moniti e dei diktat di Bruxelles è morta e sepolta". Così l'europarlamentare del M5s Fabio Massimo Castaldo commenta le dichiarazioni di Juncker su una possibile reazione dei mercati al voto italiano.

"Puntuale come un orologio suona l'allarme: c'è un pericolo all'orizzonte che si chiama ingovernabilità. Da Juncker arriva la sentenza sulle elezioni italiane. Invece di parlare a ruota libera sarebbe bene che il presidente della Commissione Ue si occupasse dei disastri combinati anche sotto il suo mandato". Lo afferma Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali. "Vorremmo sentire dall'Europa qualche parola - prosegue il leader di SI - e vedere qualche atto che dia risposte ai lavoratori e alle lavoratrici di Embraco, vorremo risposte sulla necessità di una Europa solidale e responsabile sul grande tema dell'immigrazione. Vorremmo risposte e iniziative sul clima e sui diritti sociali che nel vecchio Continente hanno conosciuto in questi anni solo arretramenti". "Invece - osserva Fratoianni - la preoccupazione di Juncker si rivolge ai mercati, quelli su cui nessun controllo in materia fiscale e contro la speculazione è stato messo in atto. Ci faccia il piacere - conclude - di tacere".

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