Il dato reale conferma le anticipazioni degli exit poll nelle elezioni comunali di Taranto. Si va verso il ballottaggio tra la direttrice del carcere, in aspettativa, Stefania Baldassari, a capo di un cartello civico trasversale a cui hanno aderito anche Forza Italia e i 'fittiani' di Direzione Italia, e il candidato del Pd e di altre forze di centrosinistra Rinaldo Melucci, imprenditore marittimo, presidente dello Ionian Shipping Consortium. Fuori dal ballottaggio il candidato del Movimento Cinque Stelle Francesco Nevoli, avvocato, e il consigliere comunale uscente Mario Cito, figlio dell'ex sindaco e leader di AT6 Giancarlo, che non era candidabile a causa di una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Più distanziati l'ex allevatore Vincenzo Fornaro, al quale abbatterono il gregge contaminato dalla diossina, e l'ex procuratore Franco Sebastio, che avviò l'inchiesta sul presunto disastro ambientale causato dall'Ilva.
Ha votato il 58,51% della cittadinanza con un calo rispetto alle elezioni del 2012 (62,4%), quando fu eletto per il secondo mandato consecutivo Ippazio Stefano, a capo di una coalizione di centrosinistra. In questo primo turno, invece, è in vantaggio uno schieramento che integra forze del centrodestra. E non accadeva dai tempi del sindaco Rossana Di Bello (Forza Italia), che si dimise nel 2006 per il coinvolgimento in una inchiesta giudiziaria e aprì le porte al commissariamento. Il 17 ottobre dello stesso anno fu dichiarato un dissesto finanziario da un miliardo di euro.
La competizione elettorale è stata caratterizzata da una grande frammentazione. Il dato relativo a 129 sezioni su 191 vede in testa Stefania Baldassari con 13.837 voti pari al 22,28%, poi Rinaldo Melucci 11.296 (18,19%), Francesco Nevoli 7.743 (12,47%), Mario Cito 7.609 (12,25%), Vincenzo Fornaro 6.058 (9,75%), Franco Sebastio 5.757 (9,27%), l'ex presidente del consiglio comunale Piero Bitetti (ex Pd) 5.073 (8,17%), l'ex magistrato di sorveglianza Massimo Brandimarte 2.221 (3,57%), il dirigente della Provincia in pensione Luigi Romandini 1.775 (2,85%) e l'ex direttore dell'Aci Pino Lessa 713 (1,14%).