"Siamo la prima forza politica della capitale". Un avvertimento a Matteo Renzi ed uno schiaffo al centrodestra: il M5S si candida come antagonista principale e alternativa credibile al premier in vista delle politiche e del referendum di ottobre sulle riforme. E' questo il risultato politico del primo turno alle amministrative per i cinquestelle. Il movimento di Beppe Grillo festeggia soprattutto grazie alle sue due "donne" candidate che vanno al ballottaggio a Roma e Torino: Virginia Raggi sfiora il 38% nella capitale, Chiara Appendino supera il 30% nel capoluogo piemontese dove proverà a battere il sindaco uscente Piero Fassino. Un dato positivo, anche oltre le attese degli stessi pentastellati, non confortato però da quelli di Milano, Napoli e Bologna dove il M5S è relegato a terza forza politica dietro al centrodestra e alla sinistra.
Una affermazione, insomma, a macchia di leopardo. Il risultato, in ogni caso, fa gioire i pentastellati che ora investiranno tutte le proprie energie a Roma e Torino. Per i ballottaggi dovrebbe scendere in campo anche Grillo che, per problemi personali e per fare "un passo di lato", ha disertato la prima parte della campagna elettorale. Supera la prova la macchina organizzativa 5stelle alla prima senza Gianroberto Casaleggio ma sotto la regia del figlio Davide e del direttorio. Sono lontani i fantasmi del voto per le Europee di due anni fa, quando i cinquestelle, dati dai sondaggi a ridosso del Pd, nelle urne si videro quasi doppiati dal partito del premier. La linea, stavolta, è stata quella di non fare alcuna dichiarazione ufficiale prima che i dati abbiano un minimo di attendibilità, anche a costo di attendere fino a tarda notte.
Insomma, bocche cucite nel cuore della notte nel quartiere generale della Raggi a Roma, dove si danno appuntamento molti big del partito. Ma i sorrisi ed i volti distesi, seppur segnati da mesi di campagna elettorale, lasciano intendere che il clima è ottimista. "Il vento è davvero cambiato", si lascia scappare qualcuno lontano dalle telecamere. Parole che la stessa Raggi ripete nella sua prima dichiarazione pubblica. Nella sede del comitato elettorale della candidata romana si danno appuntamento i vertici pentastellati. Ci sono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi, Giorgio Sorial, Paola Taverna e molti altri parlamentari. "Siamo la prima forza della Capitale - è il commento di Di Battista che lancia immediatamente la sfida a Renzi - Il crollo del Pd è anche il risultato delle politiche fallimentari di Renzi.
Il Pd, oltre che a Roma, è andato male anche a Torino e Bologna". Per la prima volta la figura di Grillo rimane sullo sfondo: nessun contatto telefonico con la Raggi dopo i primi exit poll che danno la candidata 5S in testa ("Ho il telefonino scarico", scherza la giovane avvocatessa romana) I ballottaggi rappresentano la prova di maturità per i pentastellati. L'idea è non snaturare la campagna elettorale condotta finora dalle due candidate, né quella di chiedere apparentamenti o il sostegno di liste. "Siamo e rimaniamo apartitici - sottolineano i vertici grillini - Non facciamo giochetti per andare a governare. La gente ci vota per questo". La speranza del M5S è intercettare il voto di dissenso ma la prima preoccupazione è non perdere quel bacino di preferenze fin qui conquistate e perdere per strada una battaglia, almeno a Roma, che vede la candidata 5S in testa. "Si prospettano due settimane di fuoco, non ci tiriamo indietro", spiega la Raggi.
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