In Veneto il 31 maggio il duello sarà tra il governatore uscente Luca Zaia e la sfidante 'rosa' Alessandra Moretti per il centro sinistra. Poi ci sono le incognite Jacopo Berti per il M5s e Flavio Tosi, il 'dissidente' del Carroccio, sindaco di Verona inviso al segretario federale Matteo Salvini, che ha deciso di correre in proprio. Non mancano gli sfidanti 'anomali' come Alessio Morosin di Indipendenza Veneta che corre per rinverdire i fasti della Serenissima Repubblica di Venezia e la simpatizzante di Tsipras, Laura di Lucia Coletti, ambientalista.
Per il bis, Zaia è sostenuto da cinque liste tra cui 'Noi Veneto Indipendente' dell'ex Liga Veneta Fabrizio Comencini a suo tempo giubilato dal Carroccio quando alla c'era Umberto Bossi. Sul fronte dei programmi le parole d'ordine vanno da 'continuità' a 'pancia a terra e lavorare'.
Alessandra Moretti, vinte le primarie, si presenta con cinque liste. Il programma di Moretti ha puntato al lavoro ed al sociale per far rinascere, anche con un jobs act in salsa veneta, la locomotiva del Nordest. Per lei è venuto in Veneto due volte il premier Matteo Renzi.
Jacopo Berti, che ha solo il simbolo del M5s, ha fatto una campagna elettorale basata sugli appuntamenti di rito tra incontri ad invito (come gli altri candidati) e dibattiti in Tv; poi inevitabile il contatto diretto con la base del movimento soprattutto sui social network. La sua proposta è rivolta al lavoro con, come cavallo di battaglia, la banda larga per rilanciare le medio piccole imprese.
Flavio Tosi è accompagnato da sei liste tra cui Area popolare (Udc e Ncd ex alleati di Zaia). Nel suo programma guarda soprattutto alle infrastrutture per far crescere l'economia e quindi supportare le famiglie. Tosi ha trovato riscontro in molti personaggi locali di spicco già del Carroccio e potrebbe essere di disturbo al governatore uscente.
Alessio Morosin, con il solo simbolo di Indipendenza Veneta, non vede altra soluzione all'ingerenza dell'Ue e ad una sorta di immobilismo sociale solo nella rinascita della Serenissima Repubblica tant'è che per lui gran parte dei problemi non sono di sua pertinenza perché nascono altrove e solo la 'libertà' della regione potrà dare risposte.
Infine Laura di Lucia Coletti è supportata solo dalla sua lista Ora Possiamo, e si appella all'elettorato sottolineando che "siamo l'unica vera alternativa al sistema neoliberista che da Bruxelles, passando per Venezia e Roma, ha prodotto disoccupazione, tagli alla spesa sociale, distruzione del territorio, grandi affari e molte tangenti".
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