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Allarme studenti jazz Conservatorio Napoli, siamo nel degrado

Allarme studenti jazz Conservatorio Napoli, siamo nel degrado

"Pur pagando regolarmente tasse onerose, da tempo non viene garantito il semplice e basilare diritto allo studio"

17 settembre 2014, 14:02

di Fabrizio Cassinelli e Salvatore Garzillo

ANSACheck

Gli studenti del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella chiedono un incontro "urgente e congiunto, con il Commissario Achille Mottola e la direttrice del Conservatorio Elsa Evangelista", i quali "hanno il dovere di fornirci risposte finalmente adeguate e fatti concreti". La richiesta degli allievi della classe di jazz di primo e secondo livello arriva dopo le polemiche sul degrado all'interno dell'antico e prestigioso istituto musicale, dove da alcuni anni è stata istituito il corso di jazz.

"Pur pagando regolarmente tasse onerose, da tempo non viene garantito il semplice e basilare diritto allo studio - scrivono i giovani musicisti - Ciò avviene principalmente per due motivi. Uno di natura didattica e uno di natura strutturale. Il primo riguarda il mancato rispetto dell'offerta formativa garantita, in teoria, dal Miur, il secondo dipende da strumenti scordati, cattivo funzionamento dell'impianto elettrico, bagni inagibili, precarie condizioni igienico-sanitarie degli spazi a noi destinati. Sia chiaro - dicono gli studenti - a pagare questa situazione sono anche i nostri docenti, la cui competenza artistica e professionalità sono fuori discussione".

Su una pagina Facebook riservata proprio agli allievi del jazz, gli studenti hanno pubblicato altre foto che testimoniano le carenze strutturali delle aule.

ALLARME STUDENTI: "SIAMO NEL DEGRADO" - "Il futuro del jazz non è affidato al Conservatorio. Questo è sicuro". A dirlo con rassegnazione è uno degli allievi del prestigioso conservatorio San Pietro a Majella, nel cuore del centro storico di Napoli, 187 anni di storia e una tradizione che parte da Gaetano Donizetti e passa per Renato Carosone e il maestro Riccardo Muti.

Parla appoggiato a uno Steinway and Sons ormai esausto, che sembra la metafora di un conservatorio dal passato glorioso e dal presente difficile: "Nelle aule del corso di jazz l'impianto elettrico non funziona, gli strumenti sono scordati, il bagno è inagibile, c'è sporcizia dappertutto, manca perfino il riscaldamento. D'inverno dobbiamo utilizzare le stufe - racconta un altro studente che preferisce mantenere l'anonimato - Almeno la metà dei pianoforti di tutto il Conservatorio andrebbe cambiata. C'è quello della classe di canto, per esempio, che è completamente scordato. Spiegatemi come si può insegnare l'intonazione agli allievi se la nota è stonata".

Da alcuni anni a San Pietro a Majella, uno dei conservatori più antichi del mondo, è arrivato anche il jazz. Gli attuali 98 allievi della classe sono costretti a organizzare turni serrati per poter fare lezione nel locale a loro riservato: l'ex casa del custode. Tre piccole stanze alle quali si accede passando per un terrazzo fatiscente, con i muri scrostati e le mattonelle sconnesse. "La sala dove dovremmo fare lezione - spiega un musicista - è inutile perché i soffitti sono altissimi e l'acustica è pessima. Gli strumenti, poi, sono devastati dall'usura. Avranno almeno 40 anni".

Gli insegnanti di ruolo per il jazz sono due, composizione e chitarra jazz, gli altri sono a contratto, quindi l'istituto deve pagarli di tasca propria. Ma poiché le casse sono vuote, denunciano i docenti, si utilizzano contratti forfettari, per cui nell'offerta formativa risultano venti ore di strumento all'anno, ma in realtà se ne fanno quindici e qualcuno non riesce a superare le otto. "Non c'è un'adeguata offerta formativa, il jazz è una musica complessa - spiegano gli allievi napoletani - l'improvvisazione di cui si parla non nasce dal caso, occorre tanto studio. E a noi non è concesso".

Il 21 dicembre 2012 è stato disposto il commissariamento del Conservatorio a seguito di un'indagine ispettiva sull'attività amministrativo-contabile e la gestione patrimoniale. Il commissario Achille Mottola è stato poi riconfermato fino al 31 dicembre 2014 dall'allora ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. "La situazione in Conservatorio è diventata insostenibile, i ragazzi hanno ragione - ha dichiarato all'Ansa Mottola, già presidente del Conservatorio Nicola Sala di Benevento - Chiamare aule le stanze riservate agli studenti di jazz è vergognoso. La cosa più brutta e pericolosa è il terrazzo che conduce alla casetta del custode, le mattonelle non sono a norma e con una leggera pioggia è facile scivolare. Per non parlare degli strumenti musicali: buttati lì alla rinfusa, non si conosce neppure il valore dei pianoforti".

"Mi prendo un impegno - ha continuato il commissario - Entro novembre, data in cui inizia l'anno accademico, gli spazi saranno recuperati e funzionali. Ho preparato una delibera commissariale per la progettazione di lavori straordinari e ho chiesto al direttore di spostare i corsi che si svolgono lì in altre aule con una turnazione. Per i lavori mi sono rivolto all'Ufficio tecnico della Provincia di Napoli, se non dovesse accettare ci rivolgeremo al Provveditorato alle opere pubbliche. Oltre agli interventi strutturali (per esempio aprire una porta interna per non attraversare il terrazzo) bisognerà provvedere alla pulizia e alla disinfestazione. Li tartasserò, gli starò dietro per verificare che i lavori siano ultimati in tempo".

''Il San Pietro a Majella, dal punto di vista didattico, artistico e scientifico sta vivendo una delle sue più belle stagioni. Abbiamo validi docenti, ottimi studenti, una attività didattica e artistica riconosciuta da importantissime personalità del mondo musicale internazionale. Non è giusto che a causa di alcuni e per la inefficienza di una parte gestionale del Conservatorio, si butti fango sull'Istituzione''. Ha replicato il direttore del Conservatorio di Napoli, Elsa Evangelista, che ha parlato, dal canto suo, di “immobilismo commissariale”.

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