Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Papa Francesco ma anche il piccolo Stefano Taché, ucciso dall'attentato di un commando palestinese alla sinagoga di Roma nell'82. Sono queste alcune delle dodici citazioni che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto nel suo discorso a Montecitorio. Eccoli:
Ciampi e Napolitano - Dopo aver ringraziato le presidenti delle Camere Laura Boldrini e Valeria Fedeli, in avvio di discorso, il presidente Mattarella ha rivolto "un deferente saluto ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano".
Papa Francesco - Nel sottolineare come la lotta alla mafia e alla corruzione debbano essere delle priorità, Mattarella ricorda le recenti parole del Papa su questo. "L'attuale Pontefice Francesco - ha detto - che ringrazio per il messaggio di auguri che ha voluto inviarmi ha usato parole severe contro i corrotti, uomini di buone maniere ma di cattive abitudini".
Stefano Taché - La violenza in nome della religione va "condannata e combattuta", ha sottolineato Mattarella, ricordando le recenti decapitazioni (di fronte alle quali "siamo inorriditi") degli ostaggi giapponesi da parte dell'Isis e citando la vicenda del piccolo Stefano Tachè, ucciso nel 1982 alla sinagoga di Roma.
Charlie Hebdo - Nel citare il terrore al quale vanno date "risposte globali" per garantire "ai cittadini il diritto a una vota serena" Mattarella ha ricordato in un passaggio anche quanto accaduto a Parigi.
Falcone e Borsellino - C'è una "allarmante diffusione della mafia" un "cancro pervasivo che distrugge le speranze", ha detto il presidente ricordando i "molti eroi della lotta alla mafia" e citando Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
I due Marò - Standing ovation dell'Aula quando il presidente Mattarella ha citato la vocenda dei due marò auspicando "una soluzione positiva al più presto con il loro ritorno definitivo a casa".
Padre Dall'Oglio, Lo Porto, Scaravilli - "Di tre italiani, padre Paolo Dall'Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, non si hanno notizie in terre difficili e martoriate". Così il presidente Sergio Mattarella rivolgendo "solidarietà" ai famigliari e "l'augurio di un rapido ritorno a casa".