Sono 63, tra ordinanze e sentenze, le pronunce costituzionali stilate in qualità di relatore da Sergio Mattarella, che giurò come giudice l'11 ottobre 2011 e ora è indicato da Matteo Renzi come candidato alla Presidenza della Repubblica. La sua firma appare accanto a quella del presidente della Corte in 14 atti stilati nel 2012, in 24 nel 2013, altri 24 nel 2014, e in uno nel 2015 che si è appena aperto. In tutto, 63 casi, appunto, che sono stati studiati ed esposti da Mattarella al consesso dei componenti la Consulta per sottoporli alla loro decisione. Per lo più - va rilevato - non si è trattato di questioni ad alto tasso di "tensione politica", per così dire, dal momento che la Corte è stata spesso chiamata a dirimere vicende spinose, da questo punto di vista; ma piuttosto di questioni contraddistinte, per loro stessa natura, da un profilo tecnico.
L'ultima pronuncia, depositata due giorni fa, il 27 gennaio, in cancelleria, è quella relativa al referendum abrogativo sulla norma che ha modificato l'assetto delle circoscrizioni giudiziarie, tagliando molti tribunali e procure. Referendum che non è stato giudicato ammissibile dalla Corte.
Moltissime le questioni di legittimità costituzionale relative a leggi regionali o sollevate dalle Regioni, in particolare per norme relative alla formazioni del bilancio e concernenti questioni finanziarie. sono inoltre stati affidati all'esame di Mattarella il conflitto d'attribuzione sollevato dalla Provincia autonoma di Bolzano verso la Procura regionale presso la Corte dei Conti per i decreti di sequestro disposti nell'ambito dell'inchiesta sulle spese riservate del governatore Luis Durnwalder e lo stop al controllo preventivo da parte dell'ufficio del Commissario dello Stato sulle leggi approvate dall'Assemblea regionale siciliana.