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Politica: minoranza Pd non vota emendamento Finocchiaro

Restano ancora da votare - secondo quanto viene riferito - tra i 500 e i 600 emendamenti

Lo scontro sulla riforma della Legge Elettorale in discussione e approvazione al Senato continua ad animare il dibattito politico sullo sfondo dell'elezione del presidente della Repubblica. Restano ancora da votare tra i 500 e i 600 emendamenti, tra cui quelli relativi alle soglie per il premio di maggioranza e alle norme cosiddette anti-flipper per l'attribuzione dei seggi.

Il voto finale sulla riforma elettorale in Senato verrà effettuato martedì 27 gennaio. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, dove le opposizioni avevano invece chiesto di posticipare il voto a dopo le elezioni del Capo dello Stato. Le decisioni della Conferenza dei capigruppo è stata annunciata in Aula dalla presidente Valeria Fedeli. Il calendario prevede una ripresa del voto sugli emendamenti oggi, dalle 9 alle 12; si riprenderà lunedì pomeriggio alle 15, per proseguire martedì a partire dalle 9,30. Le sedute di lunedì e di martedì non hanno un orario di chiusura. La richiesta di effettuare il voto finale dopo le elezioni del Presidente della Repubblica sono state ribadite in aula dai capigruppo di M5s (Andrea Cioffi), Lega (Gianmarco Centinaio) e Sel (Loredana De Petris). L'aula ha però respinto a maggioranza tale richiesta.

I senatori della minoranza del Pd non voteranno il maxi-emendamento a prima firma di Anna Finocchiaro che recepisce gli accordi di maggioranza sul'Italicum. Lo ha annunciato in aula Walter Tocci, che ha pure annunciato che essi hanno ritirato i loro sub-emendamenti. "Dispiace rimanere in silenzio in Aula - ha detto Tocci - e ancora più doloroso è non partecipare alle votazioni assieme al proprio gruppo, e spero cada presto il velo di incomprensione tra noi senatori del Pd". Tocci ha dichiarato di non essere "convinto sull' ammissibilità dell'emendamento Esposito". Con esso si è introdotta "una procedura illegittima" che "sposta il diritto parlamentare in un terreno paludoso". Dopo 10 anni di Porcellum "avevamo l' occasione per cambiare verso e invece stiamo scrivendo pagina deludente. Stiamo perdendo l'occasione di scrivere legge semplice, chiara". "Con un emendamento illegittimo - ha aggiunto - si apre una nuova fase costituzionale, di premierato assoluto", nella quale "un leader minoritario conquista il banco", con la conseguenza che si "accentua il rifiuto della parte elettorale che non lo ha voluto".

Ferrara; norma anti-flipper è roulette russa  - "Senza neanche aspettare l'approfondimento che è stato deciso dal presidente Calderoli il semplice ascolto dell'emendamento proposto dalla presidente Finocchiaro come norma anti-flipper mi fa capire ancora di più che questa legge è il suicidio della democrazia e per di più con un metodo crudele che fa passare l'arma tra i 'partiti deficitari', dal flipper alla roulette russa". Lo dice il senatore Mario Ferrara, presidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, sulla legge elettorale.

Fassina, parte del Pd non voterà la legge - "Credo che ci saranno dei comportamenti differenti sull'Italicum al Senato: una parte del Pd non voterà la legge elettorale". Così il deputato del Pd Stefano Fassina ai microfoni di Radio Città Futura. "Sono consapevole della gravità politica dello scenario, ma temo che sbaglieremmo a non prendere atto della realtà dei fatti, ovvero del Partito del Nazareno. Comunque rimaniamo impegnati a condividere con tutto il Pd il criterio fondamentale per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, cioè l'autonomia dall'esecutivo e la capacità di garantire l'autonomia del Parlamento", aggiunge. "Il patto stretto che Renzi ha fatto da tempo con Berlusconi, ignorando i contributi che arrivano dalla minoranza del Pd, si è trasformato nel Partito unico del Nazareno - sottolinea Fassina - Renzi ha scambiato con Berlusconi la possibilità di avere i nominati, con il premio alla lista. Purtroppo Berlusconi agisce come imprenditore e non come leader politico, altrimenti non avrebbe accettato il premio alla lista che penalizza il centrodestra che così non vincerà più, dovendosi dividere tra Lega e Forza Italia. Gli unici che pagano questo patto sono i cittadini, che si vedono ancora una volta sottratta la possibilità di scegliere chi li rappresenta e lo paga la nostra Costituzione, con un Parlamento molto meno autonomo".

Dopo l'approvazione, ieri, del maxiemendamento Esposito, restano da votare 12 mila emendamenti, molti dei quali però "cangurabili", nel senso che verranno preclusi con l'approvazione dei 6 emendamenti di maggioranza a cui il governo ha dato parere positivo. La seduta di oggi non ha un orario di chiusura, sarà dunque una seduta 'fiume'. 

Il ministro Maria Elena Boschi interviene per sedare le polemiche seguite all'approvazione del 'super-canguro'. "Quando finiranno le polemiche e leggeranno il testo scopriranno che il Senato sta facendo una legge elettorale seria. Come promesso". Lo scrive su Twitter il ministro aggiungendo l'hashtag "#lavoltabuona". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi rilancia poco dopo il messaggio, ritwittandolo al suo milione e mezzo di 'follower'.

L'ironia di Calderoli - Mi sono autocangurato 10 mila emendamenti e soffro moltissimo...". Così Roberto Calderoli, che presiede l'Aula del Senato che sta votando le proposte di modifica alla legge elettorale, scherza con i senatori.

Ecco i numeri del voto sull'emendamento Esposito

 i numeri del voto sul 'canguro'

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